Era una di quelle cose che ho sempre voluto fare, come un saggio di danza (fatto, e in modo fallimentare) o un high-tea (ancora da fare).
L’occasione si e’ presentata inaspettatamente tramite un gruppo FB di cui faccio parte, Mums in Darebin (il mio personale Yahoo answers). Qualcuna proponeva di iniziare un club di lettura, e mi sono lanciata, per ricominciare a leggere, visto che nell’ultimo anno avevo letto pochissimo (i primi mesi di Daniel invece leggevo tantissimo, mentre lui ciucciava, mi sono sparata di tutto, spesso tra i sensi di colpa: dovre stare a godermi il momento, in estasi maternale, guardare quest’esserino che succhiava e immagazzinare tutto per quando questo legame sarebbe finito? Risposta: sti cazzi. Tornavo al libro, ne ho troppi nella lista “da leggere prima di morire”, non posso perdere tempo :P).
Ci vediamo una volta al mese, il primo giovedi di ogni mese. I libri sono diventati sempre migliori…i primi libri scelti sono stati chicklit abbastanza noiosi,ma poi sono cambiati, il libro del mese viene votato tramite un sondaggio: a turno si propongono 3 libri, il resto del gruppo vota, e quello con piu’ preferenze diventa il nuovo libro. Ci incontriamo in un locale sempre diverso, cosi uniamo l’utile al dilettevole, un libro e un drink, e un’uscita in posti che altrimenti non frequenteremo con bambini piccoli.
Inizialmente ho pensato spesso di abbandonare, non e’ semplice far parte di un club di lettura in una lingua che non e’ la propria.
L’inglese a lavoro mi viene semplice, nelle comunicazioni personali pure, ma discutere di letteratura, beh, e’ un’altra cosa. Innanzitutto leggere un libro in inglese e andare oltre la storia, ma apprezzarne lo stile, la costruzione delle frasi, la scelta delle parole: non ero assolutamente a quel livello di dimestichezza della lingua. Purtroppo. Poi la discussione: in italiano mi viene semplice trovare la parola giusta, rendere vive delle sfumature di pensiero. In inglese invece mi sembrava di parlare in bianco e nero, la mia lingua mancava di profondita’ e spessore, e mi sentivo spesso in imbarazzo durante la conversazione, perche’ ne reggevo a fatica il ritmo. Mi sembravano tutte decisamente piu’ intelligenti di me.
Pensavo di abbandonare perche’ mi spiaceva rallentare la discussione, non portare argomenti nuovi, non riuscire ad andare in profondita’ nell’analisi.
Pero’ ho resistito, ho perseverato a frequentarlo nonostante le difficolta’, fino a quando e’ diventato un puro piacere, un appuntamento immancabile, e dopo piu’ di 3 anni siamo ancora qui. Il gruppo si e’ affiattato, e le altre componenti del gruppo sono ormai delle amiche, e io non penso piu’ di abbandonare il gruppo, la povera Jack Frusciante, anzi aspetto il primo giovedi per la mia “fuga”.
Da Marzo poi sono le uniche amiche che “vedo” regolarmente, una volta al mese, in una sessione solo per noi. Devo ammettere che il Covid ci ha portate a discutere sempre meno dei libri, che sono ormai solo una scusa per vedersi…ma va bene cosi, fa bene al cuore ritrovarsi in un appuntamento costante, aggrappate a una scampolo di normalita’, con la speranza che il mese successivo ci potrem rivedere di persona…ancora non e’ successo, ma noi continuiamo a sperarci.
In questi 3 anni il mio inglese e’ migliorato in un modo incredibile, la lingua ha acquisito una profondita’ per non avrei mai pensato di poter raggiungere. Se sono riuscita a superare il colloquio del nuovo lavoro lo devo certamente al book club, che ha arricchito il mio linguaggio e migliorato il mio writing…e’ la prima volta che scrivo dei “Key Selection Criteria” e vengo ammessa al colloquio e lo supero pure venendo assunta!
Il libro preferito? Me ne vengono tanti in mente: “Eleanor Oliphant is completely fine” di Gail Honeyman, forse il preferitissimo. Poi “L’amica geniale” di Elena Ferrante (che mi ha catapultata nella serie, il resto dei 3 libri mi hanno completamente fagocitata), “The Beekeeper of Aleppo” di Christy Lefteri, “The Cellist of Sarajevo” di Steven Galloway, “The Tattooist of Auschwitz” di Heather Morris, “Where the Crawdads Sing” di Delia Owens, “The Museum of Modern Love” di Heather Rose….
Il prossimo libro, del mese di Agosto? “Le Otto Montagne” di Paolo Cognetti, era nella mia lista insieme a Sepulveda e Tim Winton…ma Cognetti ha vinto. Se non piace al resto del club me la prendero’ con Mela che me l’ha consigliato ;P
Ci sara’ una cosa che non mi piace? Mi rompe che molti dei libri proposti siano di autori statunitensi, che non sono tra i miei autori preferiti. Mi rompe il loro essere US- centrici, non lo sopporto. Soprattutto i libri ambientati a New York, che NOIAAAA. Ho passato quel periodo di innamoramento per quel mondo. Spesso mi manca la varieta’ della narrativa internazionale, per quello nella mia lista ho ficcato un italiano, un sudamericano, e un australiano. E , cosa buffa, ho scelto tutti autori uomini! In genere la maggior parte dei libri che leggiamo sono scritti da donne, e un po’ mi stufa anche questo, mi piace la varieta’ dei punti di vista della letteratura. Mi piace leggere storie di donne scritte da donne, mi piace leggere temi femministi, ma mi piacciono le belle storie, soprattutto, indipendentemente da chi siano i protagonisti o da chi le scriva.
Un rimpianto? Di non riuscire a leggere piu’ tanto, specie in lockdown che non prendo il treno per andare a lavoro. Cosi se leggo un libro al mese, quello del book club, mi sembra di aver raggiunto un grande traguardo. Tristezza immensa.
La proposta: un bel book-club in italiano, per costringermi a leggere 2 libri al mese. Vediamo se trovo il tempo 😀