Il bagno comunista
In giro per le città meno conosciute si incontrano ancora pezzi della vecchia Cina, quella non ancora ricostruita con i soldi dell’apertura capitalista. Questa Cina sa ancora di vecchio, e nella maggior parte dei casi direi che puzza proprio di vecchio.
E’ la cina dei vicoli della Città Vecchia di Luoyang, per esempio. Portoni intarsiati, tegole rifinite, cortili con colonne con la base di marmo che parlano di precedenti proprietari ricchi, e che ora versano in condizioni di misero abbandono e sporcizia. ***
La incontri nei mercati di quartiere, dove, in strade minuscole tra schiere di nuovi palazzoni grigi, la gente vende cibo sopra carretti tirati a mano o in bicicletta, facce scavate da una vita che deve essere stata dura da far passare. O in vecchio hutong di Beijing, proprio dietro il nostro ostello, dove le galline scorrazzano nel vicolo.
La incontri nei cessi di una stazione dei treni normali, quelli non ad alta velocità. Una di quelle che pan piano vengono sostituite con cattedrali bianche dagli alti soffitti. Qui, in sale d’attesa striminzite in cui siamo gli unici senza occhi a mandorla (come sempre, in realtà), trovi i bagni comunisti di un tempo.
Qui il problema “tazza occidentale” o “tazza asiatica/turca” e’ stato risolto alla radice, eliminando del tutto il problema: la tazza non c’e’. Al suo posto un canale fatto di mattonelle, con delle pareti basse a separare lo spazio. Si fa pipi (o quello che vi pare, se siete abbastanza disinibiti) nel canale, e quando si tira lo sciaquone l’acqua passa in tutto il canale: grazie a questo c’e’ in realta’ meno puzza di un solito bagno. Le porte non ci sono, in fondo madre natura ci ha fatto tutti uguali, cos’e’ quest’idea borghese di privacy? Io, non abituata, la prima volta l’ho trovato un po’ imbarazzante…diciamo che preferisco scegliere con chi condividere la mia privacy! evidentemente non sono cosi socialista come ho sempre pensato di essere 😀
Non so se prima della Rivoluzione Culturale il paese fosse fatto di bagni cosi, so che quelli privati vennero distrutti perché simboli borghesi, e sostituiti da lattrine di quartiere (che ancora vedi in giro per gli hutong a Beijing). Perche’ tutti dovevano essere uguali. Condividere la comune merda quotidiana, nell’ attesa di costruire un mondo nuovo dove anche la merda sarebbe stata diversa, probabilmente. Quel mondo nuovo non e’ mai arrivato, e nei bagni moderni sono comparse le porte. Anche la merda ha rinunciato alla lotta di classe 😀
PS1: mi spiace non aver fotografato i bagni assurdi che ho visto in giro: in quei momenti la priorità era scappare a gambe levate il più velocemente possibile, tra un conato di vomito e l’altro, non certo aspettare che la funzione “Camera” del mio lentissimo cellulare riuscisse ad attivarsi 😀 Questa volta non ho nemmeno dietro il Tiger Balm, che mi aveva salvato la vita nel precedente RTW nel Sud-Est Asiatico…
PS2: tanta gente non si è comunque arresa all’uso delle porte, motivo epr cui quando si entra in un bagno publbico capita spesso di vedere la gente che tiene la porta aperta. Ma il meglio è questo tipo trovato da EM, che non solo ha la porta aperta, ma usa pure il cellulare mentre fa la sua cacca pubblica 😀
***: le case tradizionali sono costruite in lungo, attorno a un cortile, spesso con una successione di stanze e cortili. Secondo quanto raccontato in La porta proibita, dopo la Rivoluzione Culturale del 1966 i vecchi proprietari di casa, solitamente ricchi mercanti, professionisti, principi, intellettuali, proprietari terrieri, insomma gente ricca, vennero costretti a condividere le proprie case. Quelli a cui andò male vennero eliminati fisicamente o mandati nei campi di rieducazione, e le case espropriate dal popolo. Quelli a cui andò meglio vennero costretti a condividere la propria casa con altre famiglie: la proprietà privata era stata abolita dalla rivoluzione, tutti gli uomini erano ora ugual(mente miser)i.
mi avete fatto venire la voglia di Giappone………….ma passare totalmente la voglia di Cina. Io sono sicurissima di non essere abbastanza socialista già da ora! 🙂
Buona continuazione!
ahahahahah Sonia mi hai fatta morire! ahahah