Tokyo è
Abituarsi a guardare in verticale, verso l’alto, invece che solo al piano terra. Perchè qui il mondo si sviluppa così, verso su, e ogni piano di un palazzo è un mondo che nasconde qualcosa
silenziosa. Il silenzio religioso in metro, ma anche per strada. Andiamo contro corrente verso la stazione, la folla esce dalla metro e si dirige agli uffici, e c’è silenzio assoluto. Completo, nessuno aprla, nessuno ride, nessuno strilla al cellulare. Tutti sono in silenzio. E ci mettiamo a sussurrare anche noi, che ci sentiamo quasi fuori luogo. E anche il traffico….ma le macchine qui sono più silenziose di quelle delle città europee? DI certo non si sente un clacson, e i negozi non hanno la musica a palla. Sembra di camminare per strada con i tappi nelle orecchie. Stranissimo.
antico e moderno insieme, futuristica e storica comtemporaneamente.
stile. Stile dei suoi abitanti, che sembrano sempre vestiti impeccabilmente, ognuno seguendo il suo stile. Un esercito di colletti bianchi, e qui ho capito veramente l’origine del termine, e un esercito di donne raffinate ed eleganti. E nel traffico pedonale delle metro, ogni tanto spunta qualcuno in kimono (lo yukata, in realtà, il kimono estivo). E quei colori, e i fiori, scaldano il cuore, e sono l’emblema di antico e nuovo che vivono insieme.
giovialità. All’uscita dal lavoro la città si rianima, aprono i baretti minuscoli da 5-7 posti, i pub tradizionali (izakaya) si riempiono, finalmente si sente del rumore, i giapponesi si lasciano andare, è il chiacchiericcio liberatorio a fine giornata. E poi tutti a casa con l’ultimo treno, in silenzio. Un rituale, quasi. E noi ci immergiamo in pieno (troppo in pieno, visto che non ricordo come torniamo a casa 😀 )
templi nascosti tra le case, e persone di ogni tipo che si avvicinano a pregare. Un inchino, il lancio della moneta, battere le mani due volte, altri due inchini, e via, il ritorno alla quotidianità.
un maid-cafè, con cameriere bambine che intrattengono i clienti, senza malizia. Difficile da capire per noi, ma un’esperienza divertente. Mui-mui-cho! E saremo 17enni per tutta la vita 😉
adolescenti. Saranno le vacanze scolastiche, ma la città sembra invasa dagli adolescenti. E il loro mondo sembra rosa confetto, tutto vestito di colori pastello e piccoli pois e fiori e gonne di tulle. Poi cambi quartiere, e cambia lo stile. Ma non sembra un paese di vecchi, visto da qui. Ah, loro non sono silenziosi. Per nulla.
il canto delle cicale, forti, assordanti, vive
cibo. Ovunque, a volontà, di ogni tipo. E sempre buono, dalle fritture del chioschetto a gestione familiare per strada, agli okonomiyaki, al ristorantino che fa solo gyoza divini pe r meno 3 dollari a piatto, alle crepe con dentro gelato e cheesecake, al sushi mangiato al mercato alle 11 del mattino, ai ristorantini di udon e soba, al che cucina carne pregiata di fronte a te sulla griglia
finire a giocare in una sala giochi a qualsiasi ora, da sbronzi (maledetto sakè), ma soprattutto da sobri!!! W il gioco dei tamburi, anche se siamo dei pivellini
pulizia estrema, sulle metro, per strada, nelle case, nei locali. Non ho mai visto dei cessi pubblici così puliti
contrasti. Tanti, tanti.
A me Tokyo è garbata un casino 🙂
A leggere i tuoi post sul Giappone mi viene voglia di partire domani!
Un bacio
Allora comincio a scrivere benissimo dell’Australia così vieni a trovarmi 🙂 🙂