Hiroshima e l’importanza di un cielo azzurro
Ci sono dei posti in questo mondo in cui le parole ti sprofondano nelle viscere, invece di uscirti dalla bocca. E le viscere si contorcono, doloranti, disperate, il dolore che provi diventa fisico, ti sembra che il cuore ti sanguini.
DI posti così sono sicura ne esistano a migliaia nel mondo, posti martoriati, macchiati per sempre dalla storia pazza e crudele delgi uomini. Hiroshima è uno di questi posti.
Non so come altro descrivere quello che ho provato di fronte all’A-Bomb Dome. Uno dei pochi palazzi sopravissuti all’esplosione atomica che la sciolto e ridotto in cenere la città in 3 secondi. Uno dei pochi ancora in piedi, visto che il resto è stato abbattuto e poi ricostruito.
Quel relitto di cupola, i ferri contorti delle scale e dei piloni, incontrano i miei occhi in una mattina calda ma nuvolosa. E io vorrei tanto ci fosse il sole, invece, perchè quel cielo grigio dentro quel vuoto fa ancora più male. Sembra dire che non c’è speranza, che anche la speranza è morta.
Per questo ci torniamo 2 giorni dopo, col sole, perchè la speranza ci serve, ci serve per continuare a credere che non tutto è perduto.
Di posti con storie terribili ce ne sono a migliaia, nel mondo, ma forse pochi cercano di essere un simbolo di pace come Hiroshima. Il sindaco della città scrive un telegramma di indignazione ogni volta che nel mondo viene fatto un esperimento nucleare, e lo spedisce al capo di stato del paese responsabile. Fa un certo senso vedere che negli ultimi anni la maggior parte dei telegrammi sono stati spediti al Premio Nobel per la Pace Barack Obama. Obama, Putin, e il Presidente della Corea del Nord. Questa cosa mi fa ridere, per la sua assurdità, il nome di Obama accanto a quel pazzo scatenato …
And isn’t it ironic…don’t you think?
[Alanis Morissette]
Usciamo dal Museo e dal Parco della Pace con una sensazione di pesantezza nella testa e nel corpo, confusi da tanta bestialità, confusi dal fatto che la storia appena incontrata si discosti di tanto da quella studiata…..quanti di noi sanno, per esempio, che il lancio della bomba atomica sul Giappone fu deciso e autorizzato già nel 1943? Spero che la memoria non mi stia tradendo, ma io ricordo di aver sempre letto nei libri di storia usati a scuola che la bomba venne sganciata per costringere il Giappone alla resa. Come se fosse stata una cosa dolorosa ma necessaria. Un corno. E’ stato un orrore premeditato, altro che costringere il paese alla resa. E il target venne deciso cercando una città ancora intatta, ancora non bombardata, in modo da poter studiare meglio il suo effetto. Questo non è un crimine contro l’umanità?
Per questi motivi, e per le foto viste, e le testimonianze sentite, e dopo aver visto i numeri delle testate nucleari ancora oggi esistenti, Hiroshima fa male al cuore.
Non resta che tornare in una giornata di sole, guardare gli origami di pace, guardare il cielo azzurro, suonare la campana della pace sperando che i suoi rintocchi arrivino lontano, e sperare e pregare (qualcuno, qualcosa, noi stessi) che un giorno quella fiamma possa essere spenta.
bello questo post Fra… hai reso a pieno le tue emozioni!
grazie 🙂
Io ho ‘‘qualche‘‘ anno in più di voi e i ricordi degli studi compiuti alle elementari e nei successivi gradi scolastici, sono identici. La cosa é sempre rientrata nel campo della ‘‘necessità‘‘. Necessità di colpire i cattivi, perché la punizione, anche così sproporzionata, rimette i cattivi al loro posto. Nessuno ha mai raccontato le cose per quello che sono, non solo per quanto riguarda il Giappone, che di orrori ne ha commessi ugualmente, ma per la storia in generale. Ognuno dà la sua versione tanto che viene da chiedere cosa sia in realtà il vero significato di questa se non quello di essere mutevole e adattato alle circostanze, ai propri interessi e alle necessità storiche del momento. .
Si dice che la storia la scrivano i vincitori, no? Forse spetterebbe a noi essere più vigili e informarci di più, andare oltre, non possiamo demandare questo compito agli altri…. non so. TU comunque ti informi anche per tutti noi 🙂 🙂 🙂