Metti una serata tra amici giapponesi
I giapponesi dopo il lavoro si rilassano bevendo (tanto) in compagnia nelle izakaye. Che significa che dopo essere stati silenziosi ed educati tutto il giorno, usciti da lavoro si liberano, e , incredibile, parlano a voce alta! E non sembrano le stesse persone che incontri la mattina sulla metro. E bevono, bevono, bevono. E poi si accasciano, tornando silenziosi, negli ultimi treni della sera. Così quando Sonomi, l’amica di una cara amica giapponese di Melbourne, ci da appuntamento a Shinjuku alle 19 non ci stupiamo, e siamo spiritualmente pronti per la nostra serata festaiola.
SIamo noi due, Sonomi, la sua amica giapponese Yoshi, e un loro amico di SIngapore. SOnomi ci guida tra i vicoli di Shinjuku, attraversiamo il piano terra di un department store, grattacieli attorno, poi casette basse, poi grattacieli…insomma, un casino, non saprei come tornare in quel posto. L’izakaya scelta ha dei tavoli all’aperto…o meglio, delle botti su cui poggiare i bicchieri, e noi stiamo in piedi attorno. Circolano le prime birre, che sciolgono la lingua. Poi arriva il cibo, stuzzichini ordinati da Sonomi per farci provare un po’ di cose tipiche (il menù è in giapponese, anche a voler ordinare noi….). Noi mangiamo, ed è tutto buono. Però poi scopriamo che abbiamo appena mangiato la lingua cotta in un brodo aprticolare (sublime, giuro!), cuori, polmoni, intestini…insomma, qualsiasi organo interno di qualsiasi povera bestia si possa immaginare, cotto in qualsiasi modo. EM vorrebbe uccidersi, EF è più abituata di lui a mangiare le interiora (sa corda sarda…yummy!), però anche lei a un certo punto vacilla. Così arriva il secondo giro di birre, e poi il sakè, prima caldo e poi freddo. A quel punto noi due possiamo pure parlare giapponese. Ma i giapponesi veri sono ancora super lucidi, nonostante loro il giorno dopo debbano lavorare, e così finiamo in un secondo bar, altro giro di bevuta, e altro cibo vario. Risultato? EF non ricorda come ha fatto ad arrampicarsi sul letto a castello tornata a casa.
Quando ha visto le foto scattate da EM sulla via del ritorno gli ha chiesto se anche lei è passata da li, perchè mica se li ricorda i grattacieli di Shinjuku così illuminati. L’unica cosa che ricorda è che, usciti dalla metro, EM, in preda ai suoi ormoni adolescenziali spuntati improvvisamente, l’ha trascinata dentro a una sala giochi, dove siamo finiti a sparare contro navicelle spaziali aliene. Venendo cacciati alla chiusura del locale…per fortuna non esistono imbarazzanti testimonianze fotografiche della cosa.
Che luna di miele svitata 😛