Inaspettata Tokyo
Non so perchè, ma nella mia testa Tokyo era una distesa di grattacieli, di luci e casino. Una specie di Manhattan gigante, per intenderci, coperta di luci. E quindi trovarmi a Tokyo è stata una rivelazione. E non esagero dicendo che è una delle mie città preferite, ora.
Tokyo è piena di stradine piccole e case basse. E’ pure piena di grattacieli, ma non li ho trovati claustrofobici, mi sembra ci sia spazio tra l’uno e l’altro. Delle macchie di verde, dei giardini terrazze, almeno 3 parchi immensi nel cuore della città. Certo, il cemento vince, ma meno di come mi sarei aspettata.
Le prime 2 notti abbiamo dormito a Tamachi: queste notti rientravano nel premio del concorso “Go Around the World” vinto da EF, per cui abbiamo dormito in un bel business hotel, letto gigante e comodissimo, cesso spaziale. Il terzo giorno ci siamo spostati in un appartamentino prenotato tramite AirBnB, fermata metro Takadanobaba. L’appartamento è un monolocale piccolo piccolo, uno di quelli in cui vivono i giovani giapponesi di città: poco spazio ottimizzatissimo, mobili Ikea, pochi fronzoli. Il quartiere è un gioiello, casette basse, silenzio assoluto, si sentono solo le cicale fuori dalla finestra, dispiace accendere l’aria condizionata perchè si rovina l’armonia (ma fa un caldo assurdo, e dentro si muore!). Cammindando sembra di essere dentro a un cartone animato: le porte di legno scorrevoli all’ingresso dei locali, le insegne di stoffa con le scritte in verticale, il parcogiochi piccolo piccolo circondato da alberi, le biciclette non legate a nulla, solo parcheggiate. Non so, la sensazione è che a momenti spunti Magica Emy!
Poi prendi un treno per Odaiba, ed improvvisamente tutto cambia, ed ecco la città futuristica, la metro che corre tra i grattacieli, le luci, il ponte spaziale con anche le rampe di accesso sull’acqua, il luna park, un robot di 30 metri in una piazza affacciata sul mare, una statua della libertà fasulla, e dei battelli che sembrano delle navicelle spaziali atterrate da una galassia remota.
Poi ci sono le stradine di Yanaka, più di 70 templi concentrati in un unico quartiere, e mentre cammini ti capita di trovare un pozzo con la pompa per l’acqua ancora in funzione. TI chiedi come mai questa concentrazione di templi, e la risposta è che servivano a proteggere il palazzo imperiale da tutte le cose negative, che si pensava arrivassero da Nord, da questa direzione. E cammini in mezzo a templi, piccoli cimiteri pieni di lunghe aste di legno, case antiche, stradine con minuscoli bar da 5-6 persone, alcuni vietati alle donne ( :S )
E poi ci sono le strade dello shopping, il delirio di Shibuya, la folla di Takeshita Dori, le architetture dei negozi ricchi di Omotesando. E tra Dior e un negozio che vende ogni tipo di cosa legata a anime, manga e cartoni, vedi una strada che al crepuscolo sembra proprio carina, e ti siedi nelle panchine . E poi cominci a camminare, e la strada si sviluppa ondulata, come se fosse un fiumicciatolo, ed è silenziosissima, nonostante i negozi. E ci sono negozi di marchi internazionali, ma anche negozi locali, come quello che vende takoyaki (polpette di polpo, yummy!), la signora curva che innaffia le piante del giardinetto sul marciapiede, le insegne di stoffa. E scopri che senza volerlo sei a Cat Street, una delle vie dello shopping più rinomate, e a te sembra solamente un bel psoto, delicato, non c’è la solita volgarità e ostentazione delle strade da ricchi, dove sembra che le vetrine, che tutto attorno a te, ti ricordi quanto tu sia pezzente in confronto a loro. Non so, Cat Street è semplicemente elegante, bella, piacevole. Ma forse è merito della luce del crepuscolo, che rende tutto più bello.
E poi c’è Shimokitazawa, di cui ci siamo innamorati entrambi. Che è semplicemente qualcosa che non ti aspetti a TOkyo, con i suoi negozi dell’usato e piccoli mercatini, e cafè.
Insomma, tutto è stato una grande sorpresa. E lo so che Tokyo ha mille difetti, il GIappone pure, ma per la prima volta dopo tanto tempo, viaggiando, ho pensato “Questo sarebbe un posto interessante dove fermarsi un po’”. Perchè mi sembra abbia altre mille facce da scoprire, mi sembra una di quelle città in cui potresti vivere 10 anni senza riuscire a conoscerla e capirla in pieno. Soprattutto perchè mi sembra una città in movimento, proiettata verso il futuro, e anche se intuisco che non tutto è piacevole in questo futuro, forse è questo l’aspetto che più mi piace: che il futuro lo vede, lo vive, lo progetta, lo plasma. Qui, il futuro mi sembra una possibilità, non una condanna. Enjoy some (not so nice, maybe) pictures.