In love with Shimokitazawa
2F rientra a pieno titolo nella categoria “viaggiatore non pianificatore”: comprare la guida pochi giorni prima di partire, non avere un itinerario definito, non aver prenotazioni per bus o alberghi. Turista fai da te. Perché a noi piace sempre cosi, decidenre all’ ultimo, in base a quello che suggerisce la gente incontrata x strada, sia viaggiatori che locali, in base alle previsioni meteo, in base al ciclo della luna…no dai, questa sarebbe esagerata 😉
Tale filosofia mal si adatta, ahinoi, al Giappone, specie se in alta stagione. La nostra amica giapponese Kyoko (che vive a Melbourne) ci dice sempre che Italiani e Giapponesi hanno un sacco di cose in comune, ma mai avrem pensato che il Ferragosto fosse tra queste! Che qui non si chiama Ferragosto, chiariamolo, ma dal 12 al 16 Agosto si celebra una festivita importante, e tutti, ma veramente tutti, sono in vacanza. Giusto per capirci: il Giapponese medio ha una settimana di ferie all’ anno, potete capire da quanta aria di festa siano accompagnate queste giornate. Questo significa alberghi e guest house pieni, bus strapieni, prezzi alle stelle. Trovare un posto economico per dormire a Kyoto in questi giorni era come cercare un alloggio economico in Costa Smeralda: impossibile. Cosi ci siamo reinventati un altro giro, direzione Alpi Giapponesi, dove e’ sempre tutto strapieno, ma almeno un posto su un bus l’abbiamo trovato (senza fare un mutuo).
Non potete capire quanto innervosisca EF doversi mettere seduta per ore a pianificare le successive settimane, quando potrebbe stare fuori a curiosare x Tokyo!! Diventa indifferente e sbuffa…Per fortuna e’ arrivato il tifone Halong, che fa passare la voglia di uscire, con l’ acqua che sbatte contro le finestre e il vento roboante, al 9 piano del nostro albergo. Niente di catastrofico, comunque, Halong e’ arrivato qui bello indebolito, quindi ci ha solo rinfrescati. E per fortuna che non avevamo niente di pianificato e ci siamo potuti fermare di più a Tokyo, sai che noia spostarsi verso Sud per beccar acqua? W la flessibilità!
Comunque, per non far sbuffare eccessivamente EF tra una pianificazione e l’altra, sabato mattina ci siamo diretti verso Shimokitazawa, un quartiere a Ovest di Shinjuku. Questo perchè qualche settimana fa EF ha letto il libro “Moshi Moshi” di Banana Yoshimoto, che e’ ambientato a Shimokitazawa, e attraverso il libro si e’ innamorata del quartiere. Cosi sabato mattina abbiamo gironzolato senza meta per le stradine di Shimokita, e nel pomeriggio, mentre fuori Halong cominciava a farci capire di essere arrivato, ci siamo rinchiusi per un pomeriggio intero in un cafè a pianificare un po’. Caffe’, dolce, mappa del Giappone sul tavolo. In fin dei conti mica ci e’ andata cosi male, visto che il quartiere e’ davvero delizioso, come descritto nel libro. Negozietti dell’usato, cafe’, artisti, il vintage regna, e c’e’ un’ aria rilassata, regna un’atmosfera hippie-hipster. Che sembra di esser a Brunswick (Melbourne) ma con le viuzze piccole piccole dove le macchine passano a stento, e le scritte in giapponese ovunque. Ci e’ piaciuto talmente tanto che il giorno dopo ci siamo spostati qui a dormire, in una casa condivisa con ragazzi giapponesi!
Comunque, alla fine siamo sopravissuti nonostante la nostra non-organizzazione, siamo riusciti a mettere in fila un po’ di cose, a trovare alloggi economici (oggi dormiremo in un tempio!), manca solo trovar un bus da Kanazawa a Kyoto: i siti sono tutti in giapponese, e nessuno parla inglese negli uffici di prenotazione che abbiamo chiamato. Ma se fosse troppo semplice dove starebbe il divertimento? dove la frustrazione? dove la fatica del conquistarsi il viaggio?
Quindi, se volete un consiglio, non fate gli sprovveduti come noi quando verrete in Giappone. Se volete semplificarvi la vita comprate il Rail Pass, cosi non dovrete destreggiarvi tra siti giapponesi dei bus. L’unico problema? con un itinerario perfetto ed organizzato rischiate di non avere tempo per un caffe’ in posti come Shimokitazawa 😉
PS: Qui delle immagini scattate a Shimokita durante una festa tradizionale del quartiere, chiamata Awa Odori: non sapevamo nulla della festa, ci siamo trovati per caso in mezzo alla musica mentre vagavamo a caso tra i vicoli prima di prendere ilt reno per tornare a casa. Che figata, energia pura!