Demasiado lento
Supponiamo che nell’ultimo mese ti sia sparato un trasloco (di una casa interamente ammobiliata) in 5 giorni, un viaggio dall’Australia, un matrimonio con annessi e connessi, la gestione burocratica di un viaggio di 3 mesi, 4 giorni di camminate intense a New York. Che fai quando arrivi in Costa RIca? Ovviamente, crolli, fisicamente esausto.
Esattamente quello che ci è capitato. Il giorno che abbiamo messo piede in Costa Rica l’adrenalina ha probabilmente smesso di fluire, dopo un mese un po’ pazzo, e abbiamo sentito sulle gambe tutto il peso della stanchezza dell’ultimo periodo.
E così è cominciato il nostro lento lentissimo viaggio in Costa Rica. Abbiamo aperto la guida del paese sull’aereo per San Josè, siamo arrivati qui senza nessuna idea sul dove andare, con prenotate solo 2 notti in ostello a San Josè, giusto perchè all’ingresso del paese ti chiedono un indirizzo in cui sarai alloggiato inizialmente. Così abbiamo passato i primi giorni a riprenderci, a capire dove andare. Ma senza troppa convinzione, in realtà, dedicendo ogni giorno cosa fare il giorno dopo. Prolungando la permanenza in ostello giorno dopo giorno. FOrse siamo gli unici turisti ad aver passato 4 giorni nella capitale! E devo dire che nemmeno ci è dispiaciuta: certo, non è bella, certo c’è traffico, certo è inquinata. Ma quale altra capitale al mondo può vantare di essere circondata dalla foresta? Sarebbe come dire che ROma fa cagare perchè c’è il raccordo. Cerchiamo di separare le cose, no? C’era un’aria allegra a San Josè, è divertente andare in giro, girovagare senza meta, infilarsi a mangiare alla cafeteria universitaria, scoprire una cafeteria che vende dell’ottimo caffè locale (che in genere, e lo so che fa ridere, il caffè fa schifo!!! producono un caffè eccezionale, ma lo esportano, qui restano i chicchi sgorbi e bucati, non c’è la cultura del caffè….), andare a fare la spesa al mercato domenicale di frutta e verdura, uniche facce da turisti in mezzo ai locali armati di carrellini epr la spesa. E la frutta che abbiamo comprato, oh my god, l’aggettivo dolce non descrive pienamente il sapore dell’ananas e del mango. Un’esperienza anche questa, con tanto di cibo delizioso: una tortilla di mais ripiena di formaggio, che viene fritta, e poi aperta e riempita di carne di maiale (ovviamente fritta)….tanta roba!
Poi c’è scappata una visita al Volcano Poas, un bellissimo vulcano attivo che ci si è rivelato attraverso le nuvole solo per pochi minuti. Per il resto del tempo, una coltre di nuvole fittissima. SI chiama bosque nublado, e c’è un motivo se si chiama così…che le nuvole qui non solo le tocchi, le respiri proprio, perchè ti sono attorno, non sopra la testa. Una sensazione spettacolare quella di camminarci dentro, nell’umidità completa e totale, acqua ovunque attorno a te.
Alla fine ci siamo decisi a aprtire da San Josè, e ci siamo diretti nell’entroterra, dove avevamo due notti prenotate da Go Asia in un ecolodge nella foresta (le nostre 2 notti lussuose da viaggio di nozze, per intenderci…ma questo ve lo raccontiamo un’altra volta).
E poi La Fortuna, tra vulcani attivi, camminate faticosissime per salire in cima a un vulcano spento, e poi il relax delle terme, per sciogliere l’acido lattico delle camminate.
Solo a Monteverde, dopo quasi 2 settimane nel paese, ci siamo messi al tavolino a fare un itinerario. A mettere in fila i posti che vogliamo visitare, giusto per capire dove possiamo spingerci in questa modalità lazy. Tanto il tempo, ossia la pioggia, deciderà per noi dove possiamo arrivare e dove no: per intenderci, dipenderà dalla pioggia se riusciremo a visitare il Tortuguero e il Parco Corcovado. Se la pioggia taglierà fuori le connessioni con questi due posti remoti, c’è sempre qualche spiaggia in cui rifugiarci. GIà è successo col Caribe: ci vedevamo a sguazzare nelle acque cristalline di BOcas del TOro (a Panama), quando abbiamo realizzato che la provincia di Limon era sott’acqua. Per dirla come un taxista simpatico:
“Listen chicos, si aqui hai lluvia, el Caribe es alluvionado”.
[Che suonava così e non sappiamo come si scriva, visto che parliamo spagnolo ma non siamo in grado di scriverlo…che gran figata poter conversare con tutti in spagnolo!! Me encanta 🙂 ]
Per ora, come due profughi, dopo l’acqua abbondante presa ovunque, siamo naufragati a Montezuma, un paese minuscolo sperduto al SUd della Penisola di Nicoya, che chi lo definisce over-developed non ha mai visto Cancun in Messico, è evidente. E la nostra stanza sulla spiaggia, in un ostello basic che più basic c’è solo il campeggio, è una gran figata. Facciamo yoga sulla spiaggia, ci godiamo l’amaca prima di andare a letto, ci addormentiamo col rumore delle onde che si infrangono sulla scogliera e sulla batigia, scriviamo e disegnamo all’ambra dei verdissimi alberi sulla spiaggia. E qui abbiamo ritrovato il sole, che avevamo praticamente abbandonato a NY il giorno del nostro arrivo. Per quale motivo dovrem avere fretta di andarcene da questo posto incantato?
Pura Vida Costa Rica!