NY, the comfort zone
Questo RTW è cominciato in maniera soft: visto che la volta scorsa da Roma sbucammo niente di meno che al centro di Hong Kong, tra anatre sgozzate in vetrina e odori dubbi, questa volta arrivare a Manhattan da Cagliari e Roma è come arrivare in una specie di comfort zone.
A Hong Kong dormimmo nel CHuncking Mansion, un edificio loschissimo, in una stanza talmente piccola che per fare pipì EffeFemmina doveva tenere la porta del bagno aperta, sfiorando il muro di fronte con la punta delle dita (notare: la stanza era veramente piccola visto che EF è alta un metro e qualcosa….) . Appena arrivati a NY invece ci siamo diretti (in metro) al nostro albergo prenotato da GoAsia *. E bisogna ammettere che da una certa soddisfazione entrare col backpack al Four Points by Sheraton di Soho 😉
La stanza non è da urlo, ma comunque bella: camera con vista (si vede un pezzo dell’Empire e il fiume Hudson), letto king enorme, cosiddetta doccia porno (siamo in viaggio di nozze, in fondo!), posizione strategica nel quartiere che ci piace di più. Così cI godiamo il lusso del letto rifatto e fresco, EF fa scorta di cuffie di plastica per la doccia, EM da fondo alle riserve d’acqua newyorkesi sotto il getto stile cascate del Niagara della doccia. Dopo due notti la musica però cambia, perchè dobbiamo lasciare la nostra stanza VIP.
Il viaggio è partito all’insegna della sfiga,
[Piccola digressione per condividere:
- il volo da Cagliari a Roma ha fatto 6 ore di ritardo, così l’abbiamo spostato al giorno successivo. Ovviamente, il gg dopo l’unico volo disponibile era alle 19. RIsultato? la giornata da turisti a Roma è saltata, la serata con gli amici è saltata pure, riducendosi ad una cena veloce alle 10:30 di notte, e ad EF sono saltati pure i progetti di shopping di alcune cose per il viaggio. Però abbiamo fatto una mattina tra Mare Pintau e Cala Regina…non ci è andata malissimo, diciamo.
- CI aspettavamo la stagione delle pioggie in Costarica, non a NY: invece su 3 giorni in città, 2 e mezzo li abbiamo passati sotto la pioggia di una tempesta tropicale. Non pioggia normale, torrenti di acqua e temporali furiosi, con tanto di fulmini che colpivano i grattacieli come si vede solo nei film, e con tanto di pezzo del porte di Brooklyn (porzione della facciata) crollato. Ripararsi sotto una tettoia provvisoria per circa un’ora, mentre attorno impazzivano le luci dei tuoni, è stata una vera esperienza.
]
ma una cosa è andata bene: un’amica di EffeMaschio ci ha offerto il suo appartamento, perchè lei è fuori per il long-weekend. Questo, per dirla con Stafano e Margherita (due amici sardi a Melbourne) è chiaramente effetto del karma: avendo ospitato a casa orde di completi sconosciuti e amici di amici, il karma ci ripaga trovando ospitalità niente di meno che a NY!
Così da Soho ci spostiamo in un appartamento sulla 27th East, ai limiti di Midtown. Evelyn, la proprietaria, ci incontra la nostra prima sera a NY, ancora freschi di fuso orario. Ci vediamo per cena in un ristorante giapponese: sono passati 5 anni dall’ultima volta che ci siamo visti. Lei ed EM si sono incontrati mentre viaggiavano in Nuova Zelanda, hanno viaggiato un po’ insieme in Australia, e sono rimasti in contatto. La sua vita nel frattempo si è rivoluzionata (rIpensandoci, anche la nostra si è rivoluzionata da allora!): laureata in Finanza, allora era disoccupata dopo aver perso il lavoro a causa della crisi finanziaria. Ora ha un nuovo lavoro, e nel frattempo ha comprato casa a Manhattan. Allora ci aveva portati a mangiare in un ristorantino grunge, col pavimento di cemento, stavolta mangiamo in un giapponese molto accogliente e particolare, e ci consiglia ristoranti e posti un po’ più chic **
Quando apre la porta di casa restiamo a bocca aperta: l’appartamento è semplice ma enorme per essere un appartamento di Manhattan! Ma nei film non fanno sempre vedere dei buchi indicibili??? Invece è grande e luminoso, unica cosa piccolissima la cucina, un cubo di 4 mq…e ci chiediamo: ma i newyorkesi non cucinano, che hanno delle cucine così brutte e piccole? L’appartamento è al 7° piano con vista sull’Empire (praticamente una presenza fissa in questi giorni a NY), ma ancora meglio ha una terrazza panoramica condominiale al 20° piano da cui poter vedere da una parte i fuochi d’artificio del 4 Luglio, e dall’altra i giochi di luce sull’EMpire, colorato per l’occasione con i colori della bandiera. E mentre ci godiamo la mezz’ora abbondante di fuochi in mezzo agli abitanti del palazzo, qualcuno ha messo su della musica, e “New York New York” e Born in the USA risuonano nell’aria. Una gran figata di momento, sapevatelo.
Ora, dopo tutto questo relativo lusso, ci aspetta la Costarica. Che vuol dire salutare la comfort zone, e tornare al nostro abituale stato di zingaraggine. Abbiamo una specie di ecolodge nella foresta prenotato per due notti la prossima settimana (ne avevamo scelto uno nella costa caraibica, ma per qualche sconosciuto motivo ce n’è stato prenotato un altro…mah), ma già da stanotte si torna in ostello, back to reality.
Giusto per ricordarci che questo è un viaggio di nozze on the road, mica una vacanza 😉
*Nel pacchetto del premio per il concorso letterario “Go Around The World” era incluso un biglietto RTW, e due notti in albergo in ogni destinazione.
** Nell’ordine: Buvette per brunch nel West Village: francese, buonissimo e carissimo (6 $ un latte!!!), Han DInasty per cena cinese, cucina sichuan super piccante e gustosa, sulla 3rd Av, Green Olive Oil sempre nel VIllage, non ricordiamo il nome del giapponese
Enjoy the pics!