Fango
Ieri sera avrei voluto pubblicare un post sulla festa di compleanno di sabato, oppure qualcosa sul weekend a Byron Bay.
Ma non mi sentivo di scrivere niente di leggero, perche’ le immagini dell’alluvione in Sardegna mi passavano davanti agli occhi, anche lontana dallo schermo.
Una su tutte, la foto del Lago del Flumendosa dventato un lago di fango: quel ponte per me significa essere tornata a casa. Ogni volta che torno in Sardegna, mentre sono sulla strada tra Cagliari e Sadali, quel ponte significa che ci sono quasi. Mi incanto a guardarlo, ogni volta, tante volte che ho viaggiato da sola mi sono fermata un attimo a godermi il panorama…l’ho visto asciutto, secco, l’ho visto in splendida forma, lucente, uno specchio d’acqua che riflette il verde attorno. Ma non l’avevo mai visto cosi scuro, minaccioso. E per me e’ diventato simbolo del futuro della mia terra, stretta da sempre dalla morsa delle crisi economiche e culturali, e ora massacrata dall’acqua. E massacrata dalle politiche sul territorio inesistenti, dalla geologia considerate una scienza secondaria rispetto al mattone e all’espanzione edilizia. E mentre il contatore dei morti sale, non mi resta che piangere….asciugare le lacrime, e capire come dare una mano d’aiuto da qui.
E mi incazzo, mi incazzo terribilmente, di fronte alle solite tragedie che lasciano i nostri territori violentati, in Sardegna ora, nelle Cinque Terre un anno fa, e ovunque in Italia ogni volta che piove piu’ del previsto. Mi incazzo per la cecita’ di chi continua a negare i cambiamenti climatici, e per tutti noi che ne parliamo e ancora, nella nostra vita di tutti i giorni, facciamo poco o nulla per invertire il ciclo. Perche’ continuiamo a costruire ovunque, a comprare plastica, ad avere case riscaldate a 25 gradi in pieno inverno per poter girare in magliettina. Mi incazzo con la corruzione che si porta via prima risorse, poi vite. Mela, amica di sfoghi a 16000 km di distanza, mentre posta su Facebook il link di una raccolta fondi, aggiunge con amarezza che “ci ritroviamo sempre a raccogliere fondi intanto i soldi nostri li hanno usati per distruggerci”…come darle torto? chi li firma i piani regolatori, le autorizzazioni a costruire dove non si dovrebbe, chi invece di fare manutenzione butta i soldi in altre cose inutili? abbiamo i cacciabombardieri nuovi di fabbrica, ma non abbiamo un mezzo euro per proteggere il nostro territorio.
Pensare che fino a qualche giorno fa pensavo di andare nelle FIlippine a fare del volontariato, nei prossimi mesi. Ora basterebbe, semplicemente, tornare a casa. Sembra un incubo. Un incubo di fango.