Azzurro [Il punto: 2nd part]
[Avete perso la prima parte? leggete qui…]
Quindi, vi dicevo dei colloqui fatti in quest’ultimo periodo…oltre a Idee Confuse e I Matti, ecco a voi altre perle:
-
L’eccitante lavoro del consultant: annuncio generico per un Business Intelligence Consultant, di quelli che qualsiasi cosa tu sappia fare ti vogliono. Ok, se cercano un cazzone eccolo, proviamoci. Mi metto il tubino nero business, e le immancabili scarpe rosse, sono pronta ad affrontare gli squali di una società di consulenza. Grattacielo, ufficio con silenzio di tomba: mi chiedo se sia abitato, quando entro. Mi intervista una HR più giovane di me di almeno 4-5 anni, mi stranisce, perchè in genere sono sempre stata la controparte più giovane in tutti i colloqui….sto invecchiando, realizzo. Mentre declamo il perfetto decalogo del perfetto consulente, comincio a sentirmi a disagio: i ragazzi fuori dalla sala riunioni vetrata lavorano nelle loro postazioni senza scambiarsi una parola, sembra un lager. Sono tutti giovanissimi, probabilmente appena laureati, mi sento in Schiaventure. “Qual’è la cosa che ti piace di più nel fare il consulente”, mi chiede. Non le posso dire “I soldi”, quindi devo inventarmi spiegazioni metafisiche su aggiunta di valore, e mi sento pronunciare parole come goal, target, together, big picture. Lei è contenta, prende nota, sorride, e mi dice che mi vuole, ma devo andare avanti nel processo che prevede un colloquio tecnico e un test logico.Esco da li confusa, ma sicura di una cosa: in Schiaventure non ci voglio tornare, per fortuna non richiama. Della serie: a volte ci ricasco.
-
Il prevenuto (razzista): posizione BI figa, il primo colloquio è con due head hunter. Loro sono tranquillissimi, mi mettono perfettamente a mio agio, il colloquio scivola che è una bellezza, da risposta nasce domanda, è un bel colloquio. Mi dicono che per loro passo allo step successivo, incontrare il cliente, però devo lavorare sul CV prima, il mio curriculum è troppo sintetico. Testuali parole “So che in Europa amate la sintesi, ma a me piacciono i CV lunghi, pieni di dettagli: ci penso io a togliere le cose che non servono”. Tempo due giorni e le giro il nuovo CV: 9 pagine, una cosa che scogliona anche me mentre lo correggo :S. Lei, invece, è contenta “Excellent!”. Mah. Faccio il colloquio con l’azienda: c’è il CFO e la tipa che dovrei sostituire. Partono malissimo, lei dice una cosa, il tipo la corregge, praticamente hanno appena deciso di sostituire il suo ruolo con due persone nuove: si capisce che lei voglia ucciderlo, nella sua faccia scorrono le seguenti parole “Brutta merda, mi sono fatta un mazzo ngli ultimi 12 mesi, non sapevo nulla di BI e ho sputato sangue per impararlo, e adesso mi sostituisci con un profilo tecnico e uno funzionale? Non potevi pensarci prima, stronzo?”. Ma sorride, mentre lo pensa. La stimo, e la capisco. Il resto del colloquio è surreale: invece di fare loro le domande a me, continuano a chiedermi se ho domande, e continuano a ridiscutere il ruolo, a capire che funzione dovrà avere. Il tipo mi chiede pure scusa “Scusa, sei la prima persona che vediamo, stiamo ancora cercando di capire bene che ruolo vogliamo dare alla persona nuova“. No comment. Io cerco di infilare nella discussione le stronzate sulla mia esperienza, cosi, solo per ricordare che ci sono, ma ho davvero pochi margini, il copione mi sta spiazzando. Mi chiede quanti anni prevedo di stare in Australia, perchè visto che sono straniera potrei voler andare via: gli faccio la solita battutina sull’Europa che non è il posto ideale in cui tornare, ma vorrei dirgli “La tipa seduta accanto a te se ne sta andando a SYdney…come vedi non è necessario essere stranieri per licenziarsi da questo lavoro. Pensi che possa fare qualche differenza la mi anazionalità di provenienza, stronzo?”, e mi pento di non averglielo detto, magari in un’altra forma. Mi scassa definitivamente le balle chiedendomi “Non sei madre lingua inglese, pensi sia un problema?”. Ho voglia di rovesciare il tavolo e picchiarlo, chiedendo aiuto alla tipa: ma sono domande da fare? Mi stai praticamente dicendo che hai/potresti avere una pregiudiziale nei miei confronti perchè non sono australiana, o inglese, o wtf che nazionalità? non buono. Celebroleso, cosa ti aspetti che ti dica, che per me e’ un problema, cosi non mi assumi? Non sei capace di giudicare da te se sono capace di ricoprire il ruolo o no? Peccato, il posto si poteva raggiungere col treno+bici (50 minuti), ed il lavoro era figo (Pentaho BI suite)…ma non penso ci rivedremo mai. Ho solo un rimorso: di non saper ancora fare dell’ironia in inglese…ma ci lavorerò, oh se ci lavorerò. Della serie: vendetta!
Mentre tutte queste strade mi lasciano in attesa, mi butto anche sulla strada E, il cambio di carriera in una direzione lontana e contraria dall’IT, e non disdegno un qualsiasi lavoro nell’IT, perche’ piu’ passa il tempo piu’ realizzo (tramite la mia esperienza, e quella di amiche) che sia importante avere un’esperienza australiana sul CV, di qualsiasi tipo, per dare sicurezza a chi (in modo biecamente prevenuto) non mi da una chance perche’ vengo da oversea…si, sono delle merde e preferirei non lavorarci con gente cosi chiusa di testa, avete ragione. Ma ho gia’ scartato banche ed assicurazioni, non posso continuare a scartare ipotetici datori di lavoro 😀
-
I purciari: faccio un colloquio telefonico come travel consultant. Mi arriva un’email in cui devo segnare a che ora vogio fare il colloquio, ho uno slot di 15 minuti. All’ora prevista aspetto, col telefono in mano. Nulla. 5 minuti di ritardo. 10 muniti. 15 minuti. Strano, mi dico, nessuno è in ritardo in queste cose in Australia. Apro l’emailll….doh! dovevo chiamarli io! Quel numero di telefono in blu non era da contattare solo in caso necessitassi cambiare l’appuntamento…Due pensieri si affollano contemporaneamente nella mia testa: 1) che purciari sono questi e 2) che figura di merda, una presentazione peggiore non potevo farla. Richiamo la tipa, le lascio un messaggio in segreteria, riesco a fissare un altro appuntamento. Il giorno dopo, all’ora prestabilita, la chiamo. Colloquio lampo, la sua voce è di una scazzata che ha fatto le stesse domande a chissà quante persone nello stesso giorno, povera, cado quando mi chiede esperienza nelle vendite: mentre cerco nella mia testa qualcosa da dire, perdo l’attimo, ed è chiaro che non ho esperienza di vendita. Mi tradisco anche quando sento la miseria di stipendio che pagano. Deve avere più valore questo rispetto all’esperienza di viaggio, probabilmente. Della serie: cartellino rosso.
-
La scazzata: mi chiama la solita HR per il solito colloquio telefonico per una posizione generica da Business Analyst. Un’ora di colloquio, all’inizio mi chiede di essere coincisa e breve. Ok, dico, e il gelo mi raggiunge attraverso le onde 3G. Mille domande, iterazione zero: lei chiede, io rispondo, lei fa una domanda che non c’entra nulla con quella precedente. E’ un test a risposta multipla, non è un colloquio! A fine telefonata mi ringrazia, le chiedo come procede ora il processo, mi dice che ci sono state più di 100 candidature, che stanno facendo uno screening telefonico, che c’è tanta gente che cerca lavoro a Melbourne in questo momento, molte persone sono state licenziate, non è un momento semplice. Grazie per le belle notizie, mi viene da dirle, ma saluto gentilmente. Della serie: io ed EffeMaschio portiamo economicamente sfiga
Cosi eccomi qui, in attesa, ormai diventata bravissima a fare colloqui e a raccontare balle. Forse non le racconto in modo abbastanza convincente, ma migliorerò, ne sono sicura. E migliorero’ nel rispondere ai razzisti prevenuti, anche di questo sono sicura.
Nel frattempo mi godo giornate assurdamente fredde ma piene di sole, con un cielo azzurro che quando pedali in bici, e quell’azzurro ti avvolge, ti senti felice solo perche’ respiri, senza nessun motivo particolare. Penso al libro, alla sua revisione e alla promozione, ed il sangue scorre nelle vene. Prenoto i biglietti per tornare in Italia. Poche e semplici cose: la spesa in bibicletta, dei vecchi film nel nostro cinema preferito, dei buoni amici che senti vicini, un pacco dall’Italia con dei regali e i maglioni che profumano di mamma&babbo&sorella, il tango, cibo buono, un’idea da concretizzare pian piano, feste a casa che finiscono alle 3 del mattino con invitati sfatti stile zombie, il corso di yoga che ricomincia…e io che aspetto sotto questo cielo splendido…stay tuned!