Sorelle ricce e cambiamenti di rotta
Ricordate lo sketch di Aldo Giovanni e Giacomo sui sardi, quando Giovanni dice una parola, gli chiedono cosa vuol dre e lui comincia con una spiegazione di mezz’ora?? ecco, e’ vero, con Effemaschio ci facciamo delle grosse risate quando mi scappa qualche termine in dialetto, e lui mi chiede il significato.
Ci sono delle cose che ognuno di noi riesce a comunicare solo cosi, nel suo dialetto, che gli esce dal profondo dal cuore (a tutti i sardi che leggono: non fatemi il pippone che il sardo non e’ un dialetto ma una lingua, e bla bla bla: questo discorso e’ generale, vale per i sardi come per i baresi e i siculi, quindi parlo di proposito di dialetto).
Non ho mai parlato il dialetto a casa mia, i miei nonni mi hanno sempre parlato rigorosamente in italiano, specie mio nonno materno , che probabilmente considerava il dialetto un po’ la lingua degli ignoranti. Oggi penso sia un peccato, perche’ se non lo impari da piccolo non e’ che poi puoi fare il Traballu & Spassiu Visa [Working Holiday Visa] da grande, come fai con l’inglese.
Da quando sono qui e le mie comunicazioni telefoniche sono ridotte al minimo, non ho praticamente mai occasione di sentire qualcuno che mi parli in dialetto…cosi quando mi capita mi si stampa un bellissimo sorriso sulla faccia, e la parola, che evoca quel buon profumo di Sardegna, mi mette addosso un’allegria smodata.
Mi e’ capitato qualche tempo fa, leggendo la bacheca Facebook di Serena, una sorella spirituale anche lei riccia e sarda…la parola “Oiamomia” non la sentivo da secoli (da me si direbbe “Oiumumia”, ma il significato e’ lo stesso). Come si traduce questa parola? Boo, non ve la so tradurre, e’ solo “Oiamomia” 🙂
Poi c’e burrumballa, che adoro. E poi c’e ponifogu, che Mademoiselle ha usato per descrivere Grillo…ed e’ perfetta, calza perfettamente col personaggio! Ponifogu e’ uno che acccende il fuoco, ma ovviamente ha un senso figurato…adoro “ponifogu”!
E poi “A candu troppu e a candu nudda”. “S’indi scidanta tottusu immoi” (ignoro se si scriva cosi…). “Centu concasa centu berrittasa”. Su sulafogu. Sa bregungia. Ed altre decine di parole troppo fighe.
Continuero’ a segnarmi le parole che mi fanno sorridere…e spero che Serena me ne regali altre 😉
PS: mi sembra doveroso presentarvi Serena, anche lei parte della mia grande famiglia di vagabondi insieme ad Antonia. Ci siamo conosciute per caso, quando Caterina, blogger psicologa e psicoterapeuta, ha publicato nel suo blog Gocce di Psicoterapia un’intervista sia a DoppiaEffe che a Serena nell’ambito di un progetto per mettere in luce il rapporto tra blogger e blog. Anche Serena e’ in Australia, a Melbourne, ed il destino ha voluto che vivesismo nello stesso quartiere! Cosi, quando lei e’ tornata da un viaggio in Nepal, ci siamo incontrate: un latte e un muffin, una chiacchierata rubata a vari impegni, ed e’ come se ci cnoscessimo da sempre! La ragazza da cui lei ha vissuto per alcuni mesi una volta le ha detto di aver visto per strada una ragazza che le assomigliava, che sembrava sua sorella..saranno i capelli ricci, sara’ la carnagione sarda, sara’ la vicinanza di idee e di desideri, ma la cosa buffa e’ che sembriamo davvero sorelle 😉
Vi invito a leggere il suo bel blog Cambio Rotta, bella fonte di ispirazione e di riflessioni…anche lui una boccata d’aria fresca che ti ricorda quanto e’ bello andarsene per strade inusuali, fuori dal binario che tutti, te compreso, pensavi gia’ tracciato per te…un cambiamento di rotta, deciso da te e per te, essendo disposti a prendersi il buono e il cattivo che questo comporta. Buona lettura!
[che poi ora che ci penso Sere, sara’ colpa dei ricci l’avere tutti questi pensieri non lineari e “bregungiosi”?]
Vogliamo il test del DNA! 🙂