Rivoluzioni altrui e doppia morale
(Melbourne, 7 marzo 2013)
Ieri quando ho letto della morte di Chavez sono rimasta a bocca aperta. Un anno fa ci apprestavamo ad arrivare in Sud America, io ed EffeMaschio. Per me soprattutto, era una specie di terra promessa. Era la terra del Che, era la rivoluzione cubana, era la terra di Sepulveda, dei desaparecidos, la terra di Macondo. Era elettrizzante pensare di poterci mettere finalmente piede. E non mi ha delusa. I mesi latini sono stati i piu’ belli del viaggio, per me, grazie alla lingua, grazie alla facilita’ del aprlare con la gente, ma soprattutto grazie alla gente. Un calore totale, avvolgente, indimenticabile. E quello che gia’ aveva un posto nel cuore, si e’ ricavato uno spazio ancora piu’ grande, e spero di poterci tornare presto, prestissimo, perche’ vorrei viaggiare in Colombia, la prossima volta, e vorrei viaggiare in Venezuela e Brasile, ed Ecuador. Penso mi servano altri 6 mesi sabbatici, ci lavorero’ pian piano 😉
Ieri, mentre leggevo le parole che annunciavano la morte di Chavez, 5, massimo 6 parole in tutto, la notizia era evidentemente appena stata battuta dalle agenzie, il Sud America mi e’ tornato di fronte agli occhi. Mi sono rivenuti in mente discorsi su Chavez fatti in giro per il continente. Mi e’ venuto in mente Morales, il presidente boliviano. La Kirchner. I discorsi fatti in questi mesi australiani con amici australiani, colombiani e spagnoli, sulla politica sudamericana. Mi sono venuti in mente Claudia e Gibo, due italiani che lavorano a los Roques nella loro posada, che abbiamo conosciuto in Argentina. Mi e’ venuto in mente un post sul Venezuela scritto da Aude e Nicolas, compagni di strada in Bolivia. E mi e’ rivenuto in mente questo post, scritto a Cuba, dopo aver finalmente visto con i miei occhi lo sfascio di quella rivoluzione che tanto mi aveva fatta sognare:
http://www.flipthroughtheworld.com/2012/07/dal-socialismo-o-muerte-alla-muerte-del-socialismo/
Anche ieri, nei commenti alla morte di Chavez, rivedevo la nostra presunzione di parlare dei fatti sudamericani come fossero cose di casa nostra, utilizzando le nostre categorie mentali. Destra, sinistra, centro. Il punto peggiore l’ho visto nella foto condivisa su Facebook da troppa gente, che metteva accanto Monti e Chavez, chiedendo chi fosse il dittatore. Imbarazzante ed imbecille.
Le nostre categorie mentali non funzionano quando si parla di Sud America. Non funzionano perche’ loro gli yankee ce li hanno veramente alla porta, a rovesciare e costruire governi. Non funzionano perche’ noi non capiamo cosa sia stato il peronismo, e non capiremo nemmeno cosa e’ stato Chavez, se lo consideriamo solo un compagno, un grande comunista. Mi dispiace farvelo notare, cari compagni, ma come Castro ha instaurato una dittatura basata sull’idolatria della propria persona, Chavez non ha cercato di fare di meglio.
Noi viviamo nelle nostre belle democrazie (o presunte tali) con i nostri giornali, le nostre tv, abbiamo un movimento che riesce ad arrivare al 25% dei voti alle elezioni. Quando Berlusconi ha usato dei governi ed un Parlamento democraticamente eletto per farsi i suoi porci comodi, e cambiare le leggi a lui sgradite, abbiamo urlato, giustamente, allo scandalo. Ma se lo fa il compagno Chavez, non importa. Come sempre, la sinistra europea rivolge al Sud America il suo sguardo romantico, privo di critica e di comprensione. Loro le rivoluzioni che ci fanno sognare, noi le nostre noiose democrazie. A Cuba non hanno le elezioni. La gente che ha combattuto la rivoluzione cubana combatteva per avere la liberta’, non per essere schiava di un partito. Ma non importa. A noi piace l’idea di rivoluzione, quella che non siamo mai riusciti a realizzare, siamo affascinati da quelle altrui. E poco importa se quei popoli non abbiano liberta’, in fin dei conti, noi ci fermiamo al concetto rivoluzionario, ci basta quello. La mancanza di liberta’ non ci interessa, ci preoccupiamo solo per la nostra, di liberta’.
E’ complicato parlare di Chavez senza cadere negli estremi dittatore/salvatore del popolo, me ne rendo conto. Pero’ e’ doveroso considerarli entrambi, questi estremi, sia che la figura piaccia sia che non piacca, e’ neecessario considerare il suo populismo, considerare la vera efficacia della sua politica…qualunque sia la vostra posizione, cerchiamo di non vedere solo il lato romantico, solo perche’ abbiamo bisogno di sapere che da qualche parte del mondo il nostro sogno comunista si e’ avverato. Venezuela, ma anche Argentina…a chi parla del modello argentino di default come liberazione dei mali, fate un salto in Argentina, parlate con chi ha vissuto lo sfascio del paese e delle proprie vite, e poi chiedetevi se vi augurereste di passare per lo stesso calvario, il vostro paese solo contro le regole finanziarie globali.
Si, sono polemica, oggi, ho una forte allergia alla doppia morale che cerca la liberta’ solo a casa propria. Citazione d’obbligo:
“Anche il mostro di Firenza l’avra’ detto buongiorno a qualcuno, qualche volta!”
(TuttoBenigni ’75)