Italieni in Asia
In quasi otto mesi di viaggio abbiamo, ahimè, incontrato pochissimi italiani, da contarli quasi sulle nostre quattro mani. Se dovessimo contare i francesi, i tedeschi incontrati…non so di quante mani avremmo bisogno.
I backpacker italiani devono essere una razza estinta, o forse mai nata: non ne incontriamo nessuno a Sydney (ma siamo stati poco, e non abbiamo viaggiato tanto) nè nel Sud Est asiatico, pochissimi in Sud America, e la cosa più strana è che in un mese di Nuova Zelanda, passato attraversando gli ostelli delle due isole, ne incontriamo solo uno, quando l’isola straripa di giovani europei!
Ma anche le altre tipologie di turisti non abbondano. Abbiamo incontrato qualche italiano nel Sud della Thailandia, poca roba in realtà, molto meno del previsto…forse perchè abbiamo saltato Phuket e i bordelli thai? Le poche persone incontrate erano coppie, probabilmente in viaggio di nozze.
E qui emerge forse il primo problema: l’italiano, anche giovane, viaggia all’estero prevalentemente tramite pacchetto organizzato e villaggio turistico. Quindi non li incontri nei traghetti che fanno la spola tra le isole del Sud, nè nei bus a lunga percorrenza. Eppure siamo stati in Thailandia a ridosso del Capodanno, quindi periodo di vacanze in Italia…nada, forse non ci siamo semplicemente incontrati :P.
La spiegazione del perchè si viaggi così ce la offrirà più tardi una coppia incontrata sull’aereo Cancun-Miami, di ritorno dal viaggio di nozze: 1 settimana NewYork+4 giorni Miami + 1 settimana villaggio a Tulum. In Messico hanno visto Chichen Itza, oltre alla spiaggia del villaggio turistico di Tulum.
Sono giovanissimi, penso siano entrambi sotto i 35 anni, lei è di Palermo e lui della provincia di Napoli. Lui fa l’avvocato, lei lavora in un’agenzia di viaggio, e le sue parole mi aprono un mondo. Le chiedo se c’è ancora gente che si rivolge alle agenzie, con la possibilità di comprare tutto online. Lei mi guarda come se avessi detto chissà quale eresia “Assolutamente si, la gente mica si fida di Internet”. Io la guardo perplessa. Lei “Si si, la gente non si fida. Va bene se deve viaggiare in Italia, se gli serve un albergo a Roma alza il telefono da solo, ma per tutto il resto preferisce sempre venire in agenzia e avere un tour operator, una persona da vedere quando arriva, su cui contare sempre”. In quel momento ho pensato ai miei genitori, che comprano on-line non sono i biglietti, ma prenotano pure gli alberghi…devo informarli al più presto che è pericoloso viaggiare così, meglio avere qualcuno che ti aspetta all’aeroporto e ti scorta nella tua lussuosa camera del villaggio turistico. I taxi, si sa, nel resto del mondo non esistono. Non sia mai tu possa prendere un bus locale, non sia mai capiti un imprevisto, non sia mai ti possa trovare di fronte a una persona del posto che non fa il cameriere. Che genitori sprovveduti che mi ritrovo! Che poi capisco che si possa essere spaventati dalla lingua, e il tour operator offra tranquillità: ma perchè non scegliere operatori turistici locali, perchè non andare in strutture gestite da gente locale, invece di far fare business ai 5 stelle all-inclusive spersonalizzati, che potresti essere in Thailandia o BoraBora, e sono sempre uguali? Perchè abbiamo sempre paura di qualcosa??? Sarà l’odio per il modello CostaSmeralda, ma a me queste vacanze mi terrorizzano…che genere di benessere porti, se la comunità che ospita la struttura può aspirare al massimo a fare il cameriere-schiavo o aprire un negozio di souvenir?
Per fortuna non sono l’unica a pensarla così, e i pochi connazionali incontrati in giro per l’Asia sono tutte persone eccezionali, con una grande storia alle spalle, che sono diventate fonte di ispirazione.
La prima storia è quella di Marco, un ragazzo romano, pugliese di adozione, incontrato in una stazione di Chiang Mai. Una storia incredibile, la sua: sales manager in una società di consulenza, manager di successo, con tanti soldi, tra premi e benefit, che gli giravano tra le mani. Un giorno riceve una chiamata dai Vigili del Fuoco, dove ha fatto un concorso anni prima, appena diplomato. Gli offrono un posto, e si trova a scegliere tra la carriera sfavillante e i benefit aziendali, o la semplice vita del Vigile del Fuoco…attualmente fa il sommozzatore a Polignano a Mare, provincia di Bari, e vive vicino al mare. Con i turni accumula giorni di ferie extra, che usa per partire 2 mesi all’anno in qualche posto lontano: quando l’abbiamo incontrato stava attraversando la Thailandia per entrare in Cina e da li andare in TIbet. Parla della sua ritrovata semplicità con l’emozione negli occhi… e quando ci assicura che non è mai stato meglio in vita sua, non stentiamo a credergli. Fortuna, dirà qualcuno. Ma quanti avrebbero avuto il coraggio di rinunciare ai lustri e alla gloria, in cambio della semplicità?
Tra Laos e Cambogia incontriamo solo due coppie di pensionati, tutti e quattro toscani. Viaggiano in modo indipendente, senza agenzia, e soprattutto i due più grandi sono uno spettacolo da vedere e sentire: lui ha 75 anni, lei qualcosa in meno, viaggiano col loro bollitore per fare colazione risparmiando, e si vede che non sono dei novizi. Non hanno figli, ci dicono che non devono preoccuparsi di lasciare niente a nessuno, faranno con calma l’Asia perchè possono sempre tornarci. Per EffeFemmina, sempre fatalista, questa è una grande lezione di positività. Comprano oggetti artiigianali in giro per il paese, poi spediscono in Italia, e rivendono nelle bancarelle estive del loro paesino toscano. Non lo fanno per soldi, ma per sentirsi impegnati, e chiacchierare con la gente. Che incanto.
In Vietnam giriamo qualche locale di connazionali per sentire le storie più assurde, e su un autobus incontriamo una coppia spettacolare, lui toscano, lei di Roma. Elvira parla più di EffeFemmina, incredibile, per cui passano qualche ora a chiacchierare di tutto e di più. Ci incontreremo in diverse tappe, anche se l’incontro migliore sarà quello casuale in un ristorante a Saigon! E’ un piacere chiacchierare con loro, siamo in totale sintonia: amano viaggiare, anche a costo di sacrifici, anche loro hanno deciso di non comprare casa e di non fare un mutuo preferendo viaggiare, anche loro si sentono dire “Beati!” da conoscenti che sostengono di non potersi permettere un viaggio dall’altra parte del mondo, ma girano con scarpe da 400 € ai piedi e con le macchine nuove sotto casa. Paolo è l’autore della battuta bellissima sul nostro viaggio “Hanno deciso di partire prima o dopo l’uscita dal coma?”. Primo o poi, ci reincontreremo da qualche altra parte di questo globo, ne sono certa
Ciao Fra,
bentornata e grazie per i tanti post che ci hanno permesso di seguire la vostra esperienza!
Da piccolo viaggiatore provo a darti un paio di risposte: quando si va in paesi che (si reputano) vicini alla nostra mentalità/modo di fare (che ne so, Gran Bretagna/Spagna/Francia…) si va avanti con internet e il “faidate”.
Ma sinceramente, se ho solo 10gg e devo andare in casin’e pompu (tipo SudEst Asiatico o Sud America) anch’io preferirei essere un po’ più sicuro ed evitare di trovar sorprese; rischiare di perdere due giorni di vacanza perchè il tipo di Bangkok non ha capito cosa gli ho detto al telefono sarebbe un po’ pesante.
Diciamo che le agenzie di viaggio funzionano un po’ da assicurazione.
Non sottovalutare poi l’atavica impossibilità dell’italiano medio a parlare in una lingua diversa dall’italiano (se sei fortunata a trovare quello che va oltre il proprio dialetto!).
Riguardo il manager che fa il vigile del fuoco: nel mio piccolo, pur non essendo manager, ho lasciato una grande azienda e un bello stipendio e ora combatto contro la de-industrializzazione della Sardegna ogni giorno. Finchè dura ne vale la pena, perchè poter andare al mare per un paio di ore dopo una giornata di lavoro non ha prezzo. Se trovassi un posto pubblico non avrei un minuto di esitazione.
Spero che anche voi decidiate di tornare in Sardegna, ti assicuro che riuscire a trovare e mantenere un lavoro qui è una avventura spettacolare quasi come fare il giro del mondo come avete fatto voi 😉
Un abbraccio!
Andrea
ps: se siete in zona Oristano City fatevi sentire!
Ciao Andre, che piacere trovarti da queste aprti!
Guarda, io capisco benissimo quello che dici su una vacanza in un posto lontano e diverso come potrebbe essere l’Asia, e so benissimo che non si viaggia solo con lo zaino in spalla. Ma quello a cui mi riferivo è la vacanza organizzata che ti porta, che ne so, nel villaggio Francorosso in Thailandia, e tu tornerai a casa senza averla vista la THailandia, nè provato a capire cosa sia veramente. O chi dice di essere andato a CUba ed in realtà è stato a Cayo Largo in un resort, che con Cuba non c’entra nulla.
Online si possono prenotare alberghi ovunque, senza bisogno delle agenzie, anche perchè rischi di finire in alberghi zeppi di italiani…a vedere la partita del Napoli in tv :S
E le stesse agenzie possono benissimo organizzare un viaggio senza buttarti nelle mani del tour operator di turno. E poi ci sono tante di quelle agenzie locali, ovunque! I soldi restano nel paese in questo modo, non finiscono all’estero, e il turismo diventa responsabile in questo modo 🙂
E per la lingua…è vero quello che dici, ma perchè nel 2012 nessuno di noi decide di studiare una lingua? perchè a scuola i ragazzi se ne fottono dell’inglese? mia mamma ha 56 anni e sta facendo un corso online, da sola, possibile che un ragazzo 30enne non senta la stessa esigenza?
ps: mi spiace per la questione lavoro, scrivimi in privato per raccontarmi meglio! e vediamo di incontrarci a Cagliari prima della fine di Ottobre 🙂
Tutta colpa degli spot come questo che la nostra generazione ha vissuto negli anni 80/90:
ehehhehhh! ahi ahi ahi
Andrea, non perdi due giorni di vacanza discutendo con difficoltà con il “tizio” di bangkok.
Quando sei viaggiatore impari che episodi simili sono linfa vitale dell’esperienza stessa.
Affidarsi ad un tour operator è reato! ;D per due motivi pratici… il primo: scopriresti un pezzetto di mondo confezionato ad hoc per il turista, quindi, non rispecchiante la realtà del luogo.
secondo: spendi molti più soldi! ;(
Ragazzi! vi seguo da circa metà della vostra avventura!
Grandissimi! 😉
Discuto spesso di voi col la mia ragazza… Lei, ancora un pò troppo legata al passato. Quel passato fatto di condizionamenti, regole non scritte, rigida educazione… Spero un giorno, non troppo lontano, di poter seguire il vostro esempio. Con lei!
Altrimenti ciccia! me ne vò via da solooo!
Che c’è di male nel fuggire per salvare la propria Vita? 😉
Continuate ad aggiornarci! ciaooo
GRAZIEEE!
pedonate gli errori… ma sono col cell. t9 maledetto
Parole sante Aldus,
quando vedevamo i gruppi di tour organizzati ci veniva l’orticaria…
vederli li tutti insieme, schiavi delle guide che decide quanti minuti possono sostare in un luogo e quali sono i luoghi dove possono fare le foto…il tutto muovendosi in branco insieme a decine di persone, chi si lamenta, chi strilla, i bambini che piangono, le signore con il tacco 10 che non riescono a camminare sui sentieri scoscesi…
Tutto questo mi ha messo molta tristezza, in un viaggio uno deve potersi sentire LIBERO, poter decidere i luoghi da visitare, poterli modificare all’ultimo momento, avere la possibilità di soffermarsi qualche minuto in più difronte ad una meraviglia della natura o dell’opera umana, perchè probabilmente non avrà più la possibilità di ritornarci nella sua vita.
Poter visitare i siti, anche quelli più turistici, al di fuori degli orari schedulati dai tour, quasi in solitudine, è una sensazione incredibile. Che non scambierei con nessuna falsa sensazione di “certezza” data dai tour operator, che, tra le altre cose, a volte creano nei propri clienti delle aspettative troppo elevate che finiscono per rovinare la vacanza.
Turista fai da te? No
Alpitour? Si
AHIAHIAHIAHIAHIAHIIIII 😉
Bravissimi ragazzi, leggo sempre con piacere i vostri post e purtroppo ho scoperto del vostro viaggio che eravate già quasi tornati! Ma io e mio marito siamo MORTI dal ridere a leggere la storia del polacco sul bus e del vostro sleeping bus 😀
Noi per il viaggio di nozze abbiamo girato il Quebec, sognavamo da sempre di vedere il Canada. Tutto prenotato da soli con internet o direttamente sul posto: abbiamo dormito in B&B improvvisati nelle casette dei canadesi, abbiamo mangiato sciroppo d’acero fatto in caso che non centrava nulla con quello venduto alle bancarelle per turisti.. Avevamo quasi perso le speranze di avvistare le balene quando in una strada sperduta troviamo un vecchietto che ci indica un posto per vedere le balene SUPER improvvisato! Non vi dico che scene (e che barca….)… MA LE ABBIAMO VISTE!! Questi sono i VERI viaggi! No Alpitour? MENU MAL! 😀 Un caro saluto e fateci sapere quando ripartite che siamo pronti a leggere le vostre avventure
Che bel viaggio che avete fatto! Ci fa sempre piacere leggere di italiani che fanno un viaggio “fai da te”, non ce ne sono molti in giro, ma quei pochi che abbiamo incontrato sono sempre sembrati in gambissima. Stay tuned perchè una nuova avventura sta per iniziare perchè…partiremo per l’australia, in cerca di un lavoro questa volta 😉
Un abbraccio
Si si certo, la gente non si fida ad organizzare il proprio viaggio autonomamente e preferisce farsi spennare dall’agenzia !! 😆 Ma per carità ! L’unico viaggio che noi abbiamo fatto organizzato da un’agenzia ( Cagliaritana) è stato per il tour di Praga e mai più ! Viaggio di nozze interamente organizzato da noi un mese negli USA, e tutti gli altri a seguire !! Complimenti per la vostra impresa!
Saluti da Londra
Dancer
Mmmm, scrivete da Londra, parlate di viaggi…mi sa che devo leggere per bene il vostro blog 🙂
Continuate a seguirci! un abbraccio
PS: se non sono indiscreta, che combinò l’agenzia a Praga?