Una cabana sul mare
Dopo la jungla e le rovine di Calakmul torniamo verso la costa.
Arrivati alla stazione di Chetumal ci guardiamo incerti, non più’ convinti di passare qui la notte, indecisi sul dove andare: un cartello avvisa dei bus per il Belize, immagini di piccole isole caraibiche riempiono la nostra immaginazione. Ci pensiamo, ci riflettiamo, ma alla fine decidiamo di rinunciarci e dirigerci a Bacalar, lasciando il Belize al prossimo giro del mondo, in compagnia di Chiapas, Guatemala e Costarica 😛
Bacalar e’ una rivelazione: un piccolo forte costruito per difendersi dalla pirateria, ma soprattutto una laguna con degli azzurri…e’ veramente la laguna dei sette colori, tutte le tonalita’ di azzurro e smeraldo e celeste a perdita d’occhio, su una superficie appena increspata dal vento.
Rapiti prima dall’acqua cristallina del Cenote Azul, poi dall’acqua della laguna, rimandiamo la partenza di ora in ora. Ci ripromettiamo di partire col bus del pomeriggio, proprio mentre la tv del baretto ci ricorda che oggi e’ il giorno della semifinale, Italia-Germania.
A malincuore decidiamo di andare via, ma a 5mt dalla porta cambiamo idea, e torniamo indietro, giusto in tempo per il 1goal. “Altri dieci minuti” ci diciamo, e ci beviamo la prima mezz’ora di partita sulle rive di questo piccolo paradiso e di fronte a un guacamole. Dopo circa un quarto d’ora ci alziamo e ci incamminiamo verso l’uscita, ma di nuovo colpiti sulla via di Damasco torniamo indietro, giusto in tempo per scoprire di essere passati sul 2 a 0!
Alla fine ci alzeremo a 15 minuti dalla fine per correre a prendere il bus, che questo non possiamo proprio perderlo, dobbiamo arrivare a Tulum non troppo tardi per non cercare una stanza col buio.
Ma ormai e’ tardi: arriviamo a Tulum e ci facciamo scaricare vicino alle rovine. Il primo posto che vediamo e’ un ostello col letto vivente, ossia con le lucertole che spuntano tra le lenzuola. Scappiamo. Gli altri 2 alberghi sono carini, ma sono a 10 minuti dalla spiaggia, vogliamo stare più’ vicini, miriamo a una cabana sul mare. Continuiamo a camminare. E camminare. E camminando scopriamo che il padrone dell’albergo e’ un bugiardo, perche’ camminiamo da 30minuti e ancora la spiaggia non si vede, e quando alla fine la raggiungiamo si e’ fatto buio…gia’, e’ buio, e noi siamo sulla spiaggia, con zaino in spalle, senza una camera in cui dormire. Ma niente panico, la prendiamo a ridere, c’e’ la luna piena e almeno vediamo dove mettere i piedi, e fa talmente caldo che dormire in spiaggia non sarebbe drammatico!
A tentoni raggiungiamo il primo…non saprei come definirlo…campeggio? Resort? Possiamo scegliere tra l’unica cabana disponibile, che non e’ stata ancora pulita dagli ospiti precedenti, oppure una tenda allagata la mattina dalla pioggia, e da asciugare. Mmm, allettanti entrambe! Pochi passi tra le dune e siamo in un altro posto, qui e’ il lusso: elettricita’ e wi-fi, cabana in muratura. Prezzo come una stanza d’albergo e temperatura della stanza stile panetteria, folli.
Spinti dall’ispirazione di EffeMaschio continuiamo a camminare, ed eccoci nel nostro paradiso: cabana di legno sulla spiaggia a circa 30 secondi dal mare, zanzariera, bagni in comune, elettricita la sera per un’ora…a 20€ a notte (Effemaschio ha anche la forza di contrattare)…siamo commossi, ecco quello che cercavamo.
Passeremo i giorni seguenti ad oziare, vagabondando tra la cabana, la spiaggia e l’albero vicino al baretto, con di fronte un mare bellissimo, e la notte la sola luce della luna per camminare sulla spiaggia. Magia, pura magia.
rivedere la zona attorno a Tulum mi fa un effetto tipo pugno nello stomaco ma dato con delicatezza : è il posto dove vorrei passare parte della mia vita! peccato non abbiato fatto il Belize, ci andremo a ottobre e mi sarebbe piaciuto avere qualche dritta da voi…buona continuazione <3
Ottimo, mi sa che tocca a te allora darci delle dritte sul Belize! 😉
Buone vacanze!