24 ore di M***a
Dopo l’Amazzonia siamo tornati a La Paz per trascorrere qui una notte, prima di dirigerci verso il Titicaca.
Qui iniziano 24 ore di passione non esattamente divertenti. 24 ore di merda…
Comincia tutto all’uscita di un ristorante economico, quando Aude apre la porta di vetro per uscire e questa le si sgretola addosso: il vetro va in mille pezzi, le cade addosso e miracolosamente le prende solo la mano, che comincia a sanguinare. Lei resta paralizzata dallo spavento, noi pure, ed e’ un sollievo che il vetro si sia disintegrato e non le sia caduta una lastra sulla mano…il proprietario del ristorante non condivide le nostre preoccupazioni, e ci chiede di ripagargli la porta. Scusa, poteva tagliarsi una mano, a causa della tua porta evidentemente + economica del tuo menu’, e mi chiedi pure di ripagartela?
Vola qualche spintone francese (meno male che sono gli italiani quelli col sangue caldo :P), e comincia una scena surreale: noi camminiamo con Aude ferita e tremante, in evidente stato di shock, diretti a cercare un taxi per andare in ospedale, il proprietario del ristorante (o probabilmente un cameriere?) ci segue chiedendoci i soldi, dicendosi che non si e’ fatta nulla, e minacciando di chiamare la polizia. No, la polizia la chiamiamo noi, gli rispondiamo, ma lui non demorde, ci accompagna fino al taxi, gli diamo (ovviamente) il nome di un ostello sbagliato e ce la filiamo in ospedale. Qui Aude se la cava con un bel tattuaggio boliviano, 3 punti di sutura, la ferita e’ profonda ma per fortuna non ci sono residui di vetro nella ferita. Rilassati mentre Aude e’ sotto anestesia, noi cominciamo una processione al bagno, da cui EffeFemmina non esce più’: sara’ la tensione, la corsa fatta (a 4000mt non si scherza con la corsa!), ma comincia la cosiddetta “caquita” che le terra’ compagnia per qualche tempo.
Dopo una notte infernale passata a dialogare col cesso in diverse lingue, mentre una discoteca accanto all’albergo sputa musica techno fino alle 4, la mattina seguente EffeMaschio carica sul bus per Cobacabana un corpo moribondo, due zaini e scorte di Gatorade e acqua al limone…che pena! E che sofferenza per EffeFemmina vedere tutti ingozzarsi di trucha frita, e doversi subire un insapore riso bianco 🙁
La sera la febbre non accenna a diminuire, quando sale a 39,7 nonostante il Paracetamolo decidiamo di andare dal medico. EffeMaschio chiede informazioni in albergo, e gli dicono di stare tranquillo, il medico e’ amico del proprietario e verra’ direttamente in albergo. Cosi 10 minuti dopo bussano alla porta due individui che sostengono di essere medici: in loro supporto recano un bigliettino da visita che avrei potuto stampare anche io in una qualsiasi stazione ferroviaria, per quanto mi riguarda potrebbero essere gli ambulanti della piazza sottostante. La scena, gia’ assurda, si complica quando ribussano alla porta e appare un nuovo elemento: l’infermiere. Con EffeMaschio ci guardiamo e rischiamo di scoppiare a ridere: gia’ il duo era meno credibile di Toto’ e Peppino, con l’arrivo del terzo elemento la candid camera e’ completa! Ci chiedono 60 dollari amerigani per la prima diagnosi, nel frattempo uno dei due si mette il camice bianco che toglie fuori dalla borsa, ma io non voglio farmi dare nemmeno una Ziguli da questi personaggi. Cosi ringraziamo e ci scusiamo per l’inconveniente, non ci avevano avvisati che fosse a pagamento, tante scuse, e li vediamo uscire dalla camera in fila, uno con ancora il camice addosso. Ahahah, che teatrino formidabile!
Ci buttiamo su un taxi e ci dirigiamo all’ospedale pubblico: non c’e’ bisogno di pagare 60 dollari per diagnosticare una gastroenterite e disidratazione. Cosi passo le successive 4 ore con una flebo, reidratata e bombardata di antibiotici, antipiretici e sali minerali. Da brava occidentale fobica verifico che l’armamentario sia sterile, e lo e’, incredibile, tutto sterile e nuovo (a parte l’infermiera che mi fa la flebo e non usa i guanti, nonostante il sangue che mi sgorga dalla vena…). Subisco pure il giro di visite degli studenti di infermeria, un insieme di ebeti incapace di dire cosa e’ una gastroenterite…mi sembra di essere in una puntata di Scrubs, col dottore cattivo e gli studenti intimoriti :D. Cosi con 20 bolivianos di visita e 87 di medicine, ossia per un totale di Euro, mi rimettono in piedi e mi rispediscono in albergo. Mi danno da bere un beverone reidratante dal sapore disgustoso (sono convinta sia una sadica punizione per turista malato…): sto schifo e qualche giorno di comida blanca e sono di nuovo in piedi, pronta per il chicharron di res di Cusco.
Ora, dopo Australia, Nuova Zelanda, Cile e Argentina, possiamo aggiungere anche la Bolivia ai servizi sanitari testati 🙂
Ma quel letto è dell’ospedale..o dell’ostello? :-/
ahahaha, dell’ospedale! probabilmente non hanno i soldi per comprare le lenzuola 😀
Quando siamo arrivati dottori ed infermieri erano in cortile a giocare a pallavolo…
siccome non c’erano sedie, hanno offerto un letto ed una coperta anche a me per fare compagnia a fra…
Tutto sotto controllo… giusto? Quando le cose arrivano a noi per fortuna sono già risolte. Comunque credo ci saranno tante altre cose da raccontare che ora sono ancora coperte da un alone di mistero. Chissà: Un bacio
No dai, non sono così tante come credi, un pò di notizie necessitano del filtro “famiglia” altrimenti creiamo solo panico inutile….comunque, tutto sotto controllo, ci ammaliamo alternandoci così uno si prende cura dell’altro…. 🙂
Uuuuuu vedo solo ora il post… avete superato alla grande anche questa però… e avete pure “smascherato” subito Toto’ e Peppino… non avevo dubbi:-)) Un bacio