Il giro del sud-est asiatico…in bici!
Hannalore, svedese, 62 anni.
Questa allegra signora svedese, che abbiamo incontrato ad Halong Bay, sembra la tipica turista pensionata. Potrebbe tranquillamente essere mia nonna in viaggio per Lourdes o mio zio in giro con Alpitour.
Macchina fotografica e zainetto viene in giro con noi, ci aspettiamo che sia in compagnia di un’altra dozzina di pensionati con il volto rosso e rugoso.
Invece è sola, è in viaggio per il sud-est asiatico e…udite udite, viaggia con la bicicletta… Non nel senso che affitta la bicicletta nei posti in cui va per girare le tranquille cittadine vietnamite. Si sposta proprio con la bicicletta, facendo dai 90 ai 180 Km al giorno…”Dipende dalla strada” dice lei, “in Laos sono andata un pò più lenta della media” ammette con un pò di vergogna. Mi ritorna alla mente il viaggio fatto da Phonsavan ad Hanoi (LINK) e ricordo in maniera distinta le salite mostruose durante le quali il nostro bus arrancava ed ogni tanto si fermava. Salite che duravano ore, con leggere discese e poi di nuovo salite. Su per strade montane tortuose con ai bordi giungla ed, di tanto in tanto, qualche capanna fatta di bambù in cui gente poverissima vive. Tutti i piccoli villaggi che abbiamo incontrato durante questo percorso fatto in bus dal Laos al Vietnam (lo stesso fatto dalla signora svedese in bici…) erano fatti di bambù e tavole di legno sconquassate, non abbiamo visto cemento e pavimenti, solo terreno dappertutto e polvere, tanta polvere alzata dai camion che passavano e dai bambini che giocavano seminudi dietro le loro capanne.
Infatti, ci confessa, che non è stato facile trovare sistemazione per la notte durante i giorni in cui ha attraversato le zone montuose del Laos. Più di una volta, stremata dalla fatica si è dovuta fermare alla prima casa di bambù che incontrava ed affacciarsi all’ingresso della casa per chiedere ospitalità. Spesso famiglie numerose con 10 bambini nudi che guardavano la signora bionda come fosse un extraterreste sceso da venere. Probabilmente in queste zone non è molto comune vedere degli occidentali, ci spiega. Cerca di farsi capire a gesti, che ha bisogno di cibo e di un giaciglio. Le famiglie comprendono, viene invitata a mangiare cibo poverissimo a base di riso. Tutta la famiglia è seduta per terra (e quando dico TERRA intendo TERRA) attorno ad un pentolone, ognuno prende la sua porzione con le mani, anche la signora svedese. Gioca con i bambini, dorme su di un giaciglio di fortuna e l’indomani è pronta a ripartire per i prossimi 100 Km.
Che coraggio questa donna, qualcuno le chiede come fa nei momenti di difficoltà. Lei dice che i momenti di difficoltà sono molti, soprattutto quando non ce la fa più a pedalare. Ma quando sei nel mezzo del nulla e sei sola…beh c’è poco da fare…devi continuare. Non puoi mollare ci dice, e quando il corpo e la mente sono in difficoltà è li che si diventa più forti e si riesce a continuare fino a portare a termine la tappa che si è previsto di fare. E’ questione di allenamento, dice. Allenamento mentale e fisico. Ma se piove? Se il tempo è brutto? Se dovessi fermarmi o sospendere ogni volta che il tempo diventa brutto, ci confida, non avrei fatto neanche i primi 100 km.
Dice che è stato più difficile attraversare il deserto del Sahara quando, dalla Svezia, ha deciso di raggiungere il Mozambico…in bici. Però allora era in compagnia, confessa.
Tutti i ragazzi del gruppo, noi compresi, hanno la bocca spalancata. Queste parole sono una lezione di vita.
Respect per questa signora minuta, che di svedese ha una riccia capigliatura bionda, e che di coraggio ne ha da vendere.
Respect! dicono tutti a turno.
Respect!
Io la stimo
ma cosa tua nonna!!!!se tua madre ha più di 50 anni!!!!!!
Non ce la posso fare….ha tutta la mia stima!!!