De Laos
E’ passata una settimana dalla nostra uscita dal Laos, e sappiamo che e’ meglio fissare qui quello che ci ha dato attraversare il Nord del paese, prima che il Vietnam ci affievolisca le sensazioni.
Siamo arrivati a Luang Prabang nel modo più’ adatto: lentamente, scivolando sul fiume per due giorni. Il paese ci e’ entrato dentro cosi: le spiagge di sabbia bianca, il verde della jungla, le mandrie di buffali, i villaggi sperduti in mezzo alla jungla.
Per questo il primo pensiero, la prima parola che mi viene in mente pensando al Laos è dolcezza: dell’acqua del fiume, del paesaggio, della citta’, delle tuniche arancioni dei monaci con l’ombrello nero per ripararsi dal sole, dei visi delle persone…questi visi capaci di grandi e profondi sorrisi,cosi, senza motivo.
Terra martoriata, bombardata, stuprata nelle sue montagne…povera, povera senza possibilita’ alcuna di salvarsi dall’attacco cinese e tailandese, che comincia a costruire i casino sul Mekong, affittando la terra per 99 anni…99, che ironia in questo numero!
Dopo Luang Prabang siamo stati sulla Piana delle Giare, il cuore dell’attacco americano al paese. Ve lo sconsiglio se non siete fan della politica americana, perche’ vedere le distese di colline bruciate dagli agenti chimici non puo’ far altro che radicalizzare la vostra antipatia!
Qui passava l’Ho Chi Min Trail, il percorso che permetteva ai rifornimenti dal Nord e agli aiuti sovietici e cinesi di arrivare ai vietcong che combattevano nel Vietnam del Sud. Per questo il Laos, paese dichiarati neutrale a Ginevra, colpevole di stare nel mezzo, e’ stato sventrato: la junbgla impedisce di vedere i carri armati? Basta sradicarla…bastano degli aerei che lanciano l‘agent orange, e niente crescera’ più’. I villaggi nascondono i guerriglieri vietcong o i Pathet Lao? Basta bruciare i villagi…e giu’ una quantita’ folle, irragionevole di bombe. Gli americani hanno sganciato più bombe qui delle bombe cadute su Germania e Giappone nella seconda guerra mondiale…e il 30% di queste non e’ esploso, e sta li, a uccidere una media di una persona al giorno, ancora oggi. Magari un bambino che va a giocare nel bosco, oppure un agricoltore che cerca di estendere la sua risaia…o magari, e questo e’ uno del lati più, macabri, uno di quelli che il metallo delle bombe lo raccolgono per andare a rivenderlo, perche’ in Thailandia il metallo a basto costo pare faccia comodo.
Le bombe sono ovunque, nei ristoranti, nei giardini usate come fioriere, nei villaggi usate come supporti per le case, nelle case sciolte oper farne forchette e cucchiai.
La seconda cosa che mi viene in mente pensando a questo paese è impossibilita’ di sopravvivenza.E’ una tale desolazione vedere queste colline, ti chiedi come possono diventare un paese indipendente, con tali zavorre.
Oggi le uniche cose che si vedono sulle colline sono eucalipti donati dagli australiani. Buoni, vero? Hanno avuto le concessioni per sfruttare le miniere d’oro, ci dicono…
Il Laos importa tutto, non produce nulla, se non riso per l’auto sussistenza…non ci sono ospedali, i ragazzi si fanno monaci per poter studiare, i villaggi sono costruiti in mezzo alla polvere, senza un albero attorno…dov’e’ la speranza?
Eppure, nonostante le colline bruciate e i bambini che fanno l’elemosina…e’ un bellissimo paese, e dispiace non avere qualche giorno in più’ da spendere al Nord del paese, tra le montagne e i villaggi.
Piccolo aneddoto divertente: appena arrivati a a Luang Prabang la EffeMaschio ha letto il regolamento dell’albergo, ma non ci abbiamo dato peso:
certo come coppia non sposata il sesso ci era vietato, ma insomma, per qualche giorno si possono osservare le regole :Pla sera dopo il menu’ di un ristorante in cui siamo stati ci ha aperto un mondo, e abbiamo capito perche’ la sera prima alle 23e15 i locali erano vuoti e stavano chiudendo: c’e’ il coprifuoco! Tu pensi che sia una cosa da paesi in guerra, e invece scopri che non e’ cosi…insomma, noi abituati a fare le ore piccole, a mangiare i cornetti sull’Ostiense alle 4 del mattino, fa un certo effetto scoprire di dover stare in albergo entro mezzanotte! Qui il contenuto del menu’ (probabilmente un po’ eccessive per aumentare l’effetto sul lettore)
Più istruttivo di leggere una Lonely Planet!