Suola Vibram
da wikipedia:
A Vitale Bramani, negli anni trenta attivo nel campo dell’alpinismo e nota guida alpina, capitò nel 1935 di assistere ad una tragedia sulle Alpi Occidentali (Punta Rasica) che portò alla morte di sei scalatori per assideramento.
All’epoca si arrampicava con pedule di corda che venivano calzate, al posto dei classici scarponi chiodati da avvicinamento, quando si giungeva ai piedi della parete da scalare (dove appunto si lasciavano gli scarponi da recuperare al ritorno).
Nel caso della tragedia della Rasica, gli scalatori sulla via del ritorno erano stati colti dal maltempo quando ancora calzavano le pedule e si erano trovati inaspettatamente sul ghiacciaiolontani dai loro scarponi. Comprendendo come tale incidente fosse stato causato dell’inadeguatezza delle calzature impiegate, Bramani si impegnò nello sviluppo di un nuovo tipo di suola che permettesse di costruire degli scarponi in grado di consentire non solo l’avvicinamento alla montagna ma anche la scalata delle pareti di roccia.
Grazie alla sua conoscenza con Leopoldo Pirelli la sua idea si concretizzò con la produzione della prima suola di gomma vulcanizzata immessa in mercato, col disegno della tassellatura detto “a carrarmato” e marchiata Vibram dalle sue iniziali (“Vi”-tale “Bram”-ani), suola che consentiva ottime prestazioni in termini di resistenza all’abrasione, alla trazione, e di aderenza, nonché di arrampicata fino al 4º grado.
Nel 1937 Ettore Castiglioni e Vitale Bramani conquistavano per primi la parete di nord-ovest del Pizzo Badile sperimentando assieme le suole Vibram.
Nel 1954 gli alpinisti italiani dell’ascesa al K2 indossavano scarponi con suola Vibram.[1]
Recentemente Vibram ha creato un nuovo tipo di scarpa FiveFingers che è stata nominata dal Time magazine una delle migliori invenzioni del 2007.[2] Le caratteristiche della nuova scarpa sono la forma (si presenta come un guanto per piedi) e i materiali (la suola in gomma si adegua ai movimenti dei piedi).