Il lavoro
Ricordo mio padre quando ho trovato il mio primo lavoro, avevo 19 anni ed avevo vinto un concorso come sottufficiale della Marina Militare. 14.000 partecipanti per 400 posti. Era contento, “ne ho sistemato uno” aveva detto piu’ volte riferendosi a me, primo di tre figli. “quando li avro’ sistemati tutti e tre potro’ morire in pace” diceva.
Dopo tre giorni alla scuola sottufficiali, quando il capitano chiese a chi voleva mollare di alzare la mano io la alzai, insieme a pochi altri. Non volevo alzarla, un po’ me ne vergognavo, sapevo che avrei dato una delusione a mio padre ed alla mia famiglia, mio zio mi aveva anche dato 200 mila lire per l’occasione, ma non volevo passare i successivi anni della mia gioventu’ in un sottomarino. Avevo allungato la vita di mio padre, pensai, e tenni le 200 mila lire.
Credo di essere diventato uomo proprio in quel momento, con quella decisione che avevo preso. In quel momento me ne ero assunto tutte le responsabilita’ , avevo per la prima volta deciso sul mio futuro. E da allora in poi ci ho preso gusto.
E’ un momento di Negativita’.
Il momento di dare le dimissioni si avvicina ed il coraggio diminuisce.
Le decisioni che sembravano prese vacillano.
L’emotivita’ prende il sopravvento.
La prima cosa che ci viene chiesta quando raccontiamo del nostro progetto e’:
“e con il lavoro? come fate?”
e’ questo il punto piu’ scabroso di tutti, il resto in qualche modo puo’ andare, ma il lavoro, il lavoro non si tocca. Effettivamente il lavoro in questo paese, in Italia, e’ un problema, un grosso problema, non un diritto, non un’opportunita”.
Il lavoro porta uno stipendio, uno stipendio permette di vivere una vita piu’ o meno dignitosa, di mettersi un mutuo a 30 anni per acquistare una casa, di formare una famiglia. e poi in un attimo sei arrivato a 70 anni, hai appena finito di lavorare e sei in un ospizio ed allora ti guardi indietro e dici, “ma vaffanculo”
Alla domanda
“ma come farete quando tornerete? Riuscirete a trovare di nuovo un lavoro?”
non so dare risposta. Non e’ possibile dare una risposta. So solo che si sa quel che si lascia e non si sa mai quello che si trova, non ci sono garanzie, cosi’ come le garanzie non esistono piu’ nel mondo del lavoro della societa’ attuale. Oggi lavori, domani non si sa. E so anche che se uno non lasciasse mai quello che sa forse non troverebbe mai quello che vorrebbe veramente.
“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni.”
Tiziano Terzani
Chissa’ cosa trovero’ io, per adesso mi piace pensare che trovero’ qualcosa di positivo, sfrutto ancora una volta il pregiudizio dell’ottimismo, sepoi, questa volta, non dovesse funzionare potro’ sempre consolarmi con il fatto di aver vissuto una vita degna di essere definita tale.
Papa’,
mi sa che ti tocca campare ancora a lungo 😉
…che ci devi campare in 2 😛
Mi hai fatto tornare il sorriso, e allontanare per un po’ la negativita’. Love u.