Ispirazioni
Una domanda ricorrente è: come siete arrivati a questa scelta?
E la risposta più vera è…non lo so, non lo ricordo!
L’Effe Maschio sostiene sia stata io la promotrice dell’idea, ma non riesce a focalizzare in che momento è nata.
Se cerco di tornare indietro nel tempo al Big Bang di tale idea strampalata devo ripercorrere tanti anni…pieni di libri, film, canzoni, racconti altrui, giornali….tutto ha alimentato la voglia di partire, di perdersi nel mondo.
Alcune cose spiccano piu’ delle altre, delle specie di pietre miliari nel percorso di consapevolezza (o incoscienza) del dover partire.
Mappamondo: guardarlo e giocare col dito “Poi vado….qui!”. E poi vi lamentate se mi piace viaggiare…prendetevela con la zia madrina di battesimo, e’ colpa sua, regalare atlanti e mappamondi a una bambina indifesa e plasmabile!
Intercultura: a 17 anni avrei voluto fare un anno di scuola in qualche paese lontano….l’idea non mi terrorizzava minimanente, riuscivo solo a vederne il fascino, nessun difetto. Ma i miei genitori non erano pronti a tale distacco.
Che Guevara e Alberto Granado: il film, visto in un cinema all’aperto da sola all’inizio della mia vita pisana. Ma soprattutto il libro, Latinoamericana. La sensazione assoluta di liberta’ di quelle pagine ha saputo toccare corde profonde, ha liberato la voglio di conoscere il diverso, combinata con una sete di giustizia per le sorti del mondo.
Fabio Volo: storcete pure il naso, ma pure lui ha suscitato tante belle riflessioni! il libro e’ quello in cui il protagonista parte a Capo Verde sulle tracce di un amico…
L’Ultimo Bacio: la paura di crescere e soprattutto la sensazione del tempo che fugge…e dire che un coglione come Muccino doveva farmi desiderare un camper e il distacco dalla quotidianita!
L’Internazionale, la rivista settimanale che mi ha veramente aperto gli occhi sul mondo, facendomi capire quanto siamo piccoli e infimi e insignificanti in questo paese, rispetto alle sorti del globo….leggere storie di posti lontani, di dimenticati paesi dell’Africa come di sperdute cittadine asiatiche …il mondo si e’ aperto, ho improvvisamente capito quanto e’ grande, quanta umanita’ contiene, e quanto mi piacerebbe conoscerla e viverla…leggerla non mi basta piu’.
Planisfero: vederlo li, alla parete, con poche puntine concentrate sull’Europa, a ricordarti ogni giorno quanto il mondo e’ grande, e come non bastino 2 settimane di vacanze estive per riempirlo di puntine.
E poi la rivelazione, la fiamma che ha acceso definitivamente la miccia: il film Up…un cartone animato! Strano vero? Ritrovarsi sul divano a piangere come una bimba, ripetendosi che non bisogna aspettare la vecchiaia per vedere le cascate Paradiso, anche perche’ non avrai mai una casa volante di palloncini…e anche perche’ le cascate le vuoi vedere in due…e non si sa, perche’ gli anni possono passare in un attimo. Guardarsi in faccia e non dire niente, perche’ quello sguardo ha gia’ detto tutto…le cascate ci aspettano.
E ultimamente Terzani…Terzani uomo IBM che si licenzia per inseguire il sogno, Tiziani viaggiatore disincantato, che si immerge nel midollo della realtà visitata…Tiziani che fa del viaggio un modo per vivere.
Irrompe con la sua forza un venerdì pomeriggio primaverile rubato al lavoro, a causa di una mostra dedicata ai suoi scatti fatti in Asia. La mostra si chiude con questa frase:
Ai giovani che mi chiedono “Ma io, che faccio?” rispondo “Guarda! Il mondo è pieno di cose da esplorare”. Il mondo che mi sono trovato davanti io in Vietnam, in Cambogia, in Cina non c’è più. Ma c’è un altro mondo lì, aperto per chi lo vuole scoprire. Ci vuol coraggio, determinazione, fantasia, ma le possibilità ci sono. Io questa vita me la sono inventata, e mica cento anni fa, ieri l’altro. Ognuno ce la può fare, ci vuole solo coraggio, determinazione e un senso di sé che non sia solo quello piccino della carriera e dei soldi; che sia il senso che sei parte di questa cosa meravigliosa che è tutta qui attorno a noi. Allora, capito? E’ fattibile, fattibile per tutti. Fare una vita, una vita. Una vera vita, una vita in cui sei tu. Una vita in cui ti riconosci.
Piango, queste parole entrano come un pugnale nel mio petto…ecco il vero perchè del viaggio: per fare una vita di cui andare fieri, in cui riconoscersi.
..uomo IBM eh? 😉
Va bè cmq fondamentalmente il tuo problema è che nn ti hanno lasciato sguazzare nell’ignoranza!!
Colpa loro 😉
p.s. http://www.youtube.com/watch?v=MYYpsgOaRog
ahahah,
lei è ignorante? bravo…VIVA L’IGNORANZA
🙂